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Depressione post-vacanze: come superare al meglio la sindrome da rientro

“L’estate è finita e le prossime ferie sono troppo lontane”

Questo è il pensiero che molti di noi hanno negli ultimi giorni di Agosto a ritorno dalle vacanze estive dove il ricordo del relax delle vacanze si fa sentire più della voglia di ricominciare con la vita di tutti i giorni. Andare in montagna, al mare, in campeggio ma anche godersi a casa del tempo con la propria famiglia sono esperienze che non sempre si ripetono durante l’anno…anzi, potremmo dire quasi mai se non durante la pausa estiva.

Sempre più frequentemente si nota come riprendere la routine sia faticoso, si tende a perdere motivazione e il lavoro sembra sempre più l’attività che si deve fare per permettersi altri momenti di relax, perdendo l’idea che esso possa arricchirci e farci sentire realizzati.

Che cos’è la Depressione post-vacanze?

Da un’indagine di “in a bottle” risulta che 1 italiano su 3 ha i sintomi di quella che comunemente viene chiamata “depressione post-vacanze”. Ma che cos’è esattamente?

La depressione post-vacanze non è una patologia accertata in quanto è limitata nel tempo e nella condizione di rientro ma è comunque fonte di disagio per molti lavoratori e può provocare gravi danni per chi ne soffre ma anche per l’equipe lavorativa.

I sintomi più comuni sono una forte perdita di entusiasmo, chiusura relazionale, forte irritabilità ma anche ansia e preoccupazione, il tutto sullo sfondo di un senso di stanchezza e di difficoltà di concentrazione. Questi sintomi possono generare nel vacanziere una forte demotivazione che, se persiste e minaccia la salute psicologica, può celare disagi profondi nella vita lavorativa, rendendo utile il consulto di uno psicoterapeuta.

Risulta che tendono a soffrire di più della “Sindrome da rientro” coloro che sono poco soddisfatti della propria vita lavorativa, infatti quando l’ambiente di lavoro è ostile e non riusciamo ad esprimere la nostra creatività al meglio tendiamo a lavorare secondo quella che in psicologia viene chiamata “motivazione estrinseca”: si lavora per guadagnare e non si considera la crescita personale in quanto l’ambiente tende a minacciarla. Il lavoratore quindi si sente in una situazione di limbo in cui tutto quello che può fare è seguire le mansioni con svogliatezza. Per questo motivo, dopo un lungo periodo di relax in cui si prende contatto con i propri hobby e le proprie passioni, ritornare a fare un lavoro che non ci dà la possibilità di esprimerle ci depersonalizza e fa sentire dei lievi sintomi depressivi.

Consigli per superarla

Ma quali sono i trucchi per vivere il rientro al meglio?

Innanzitutto bisogna cercare di non rendere il rientro improvviso e violento: se durante le vacanze tendevate a dormire di più un consiglio è quello di prepararsi qualche giorno prima mettendo la sveglia gradualmente più vicina all’orario in cui si è soliti svegliarsi per andare a lavorare.

 

Il secondo consiglio è per i sognatori. Quando una cosa che ci piace finisce si spera sempre che continui o che ritorni, quindi perché non progettare una nuova vacanza? L’essere impegnato nel sognare e progettare la prossima meta può aiutarti a sentire gradualmente la divergenza tra la routine lavorativa e i momenti di relax.

Infine se ci si rende conto che la radice del problema è il lavoro che si ha il consiglio è di prendersi del tempo per riflettere considerando tutte le alternative, la depressione post-rientro può essere un campanello di allarme per problemi più grandi, non avere paura di fronteggiarli!

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