Un messaggio di pace che deve sopravvivere al tempo
C’era una volta l’America, quella del Far West e delle miniere del Klondike, quella del crollo di Wall Street e del sogno americano; poi c’era l’America delle discriminazioni razziali e quella di un uomo che con una semplice frase ha cambiato la storia del mondo:
“I have a dream”
Fu Martin Luther King a pronunciare queste quattro pesantissime parole: pesanti perchè sono state le fondamenta che hanno permesso di abbattere le barriere tra bianchi e neri. Per quei, spero, pochi che non lo sapessero, “I have a dream” è l’incipit di uno dei più celebri discorsi del pastore afroamericano: un inno a tutti coloro che si sentono abbandonati da una società sempre più votata all’odio discriminato.
I have a dream that one day this nation will rise up and live out the true meaning of its creed: “We hold these truths to be self-evident, that all men are created equal.”
Studioso di Gandhi, fervente credente nella forza dell’amore, Martin Luther King è stato un vate della sua epoca, una guida inarrestabile contro uno status quo lungo quattro secoli.
Se oggi noi uomini siamo più umani il merito è anche suo. ” I have a dream ” però è anche la storia di un dramma: quello della memoria perduta.
Ogni giorno in America, nel mondo e soprattutto in Italia una mano tesa viene a mancare, un aiuto fondamentale negato, un diritto calpestato. Abbiamo perso il senno, strumento utilissimo per capire dove andrebbe puntata la lancetta del buonsenso. Ci facciamo infangare gli occhi dall’odio ed offuscare il giudizio critico dalla disperazione, ma la realtà dei fatti è una soltanto: siamo tutti membri della razza umana, dovremmo nascere e morire uguali, ma lo scorrere degli anni ha reso il mero vivere una lotta alla sopravvivenza, che nemmeno la più spietata delle teorie darwiniane avrebbe concepito.
Una volta “I have a dream” era un grido d’aiuto, oggi è la settimana bianca a Saint Moritz.
Dobbiamo recuperare il ricordo dei nostri veri idoli. Dobbiamo vivere di diritti e libertà inalienabili, stringerci forte gli uni con gli altri e volerci un pò più bene. Dobbiamo abbattere il muro della distanza, delle differenze ideologiche e della discriminazione.
Dobbiamo avere tutti lo stesso sogno di Martin Luther King.