Presi dalle incombenze e dalle responsabilità di ogni giorno spesso non ci soffermiamo a riflettere su ciò che ci circonda. Guardando meglio potremo scorgere in più occasioni dei volontari all’opera.
Secondo i dati forniti dell’ Istat nel suo Censimento permanente, presentato il 20 dicembre 2017 e relativi all’anno 2015, in Italia vi sono circa 340 mila istituzioni no profit, oltre 5 milioni di volontari e 788 mila dipendenti.
Mi concentrerei però in particolare su questo dato:
- oltre 5 milioni di volontari su 60 Milioni di Abitanti.
Un numero enorme di persone che, giorno dopo giorno, come tante formichine operose, dedicano spontaneamente tempo, competenze e risorse per il bene comune, spesso in modo umile e silenzioso con il sorriso sulle labbra.
Li incontriamo ogni giorno, in mille occasioni, anche se spesso passano inosservati.
Non ci credete? Allora vi faccio un esempio.
Le vacanze sono ormai terminate e da oggi si riprendono i ritmi normali, o quasi.
Durante la colazione scambio due parole con i miei figli, felici di riprendere il campo estivo.
Il più piccolo vuole ritrovare i suoi amici e passare la giornata con loro, il più grande è galvanizzato dall’ idea di riprendere l’attività di volontariato e di aiutare gli educatori nell’organizzazione delle attività e nella sorveglianza.
Usciamo di casa e mi dirigo verso la mia auto, parcheggiata a qualche decina di metri di distanza. Mi imbatto in un’ambulanza, i due volontari mi salutano con un sorriso: li conosco perché tutte le mattine provvedono ad accompagnare un anziano presso il centro diurno di assistenza e ogni sera si occupano di riportarlo al suo domicilio.
Sto per partire ed avvisto, in fondo alla via, la jeep della “Protezione Civile” che si dirige verso il parco. Forse qualcuno avrà segnalato un pericolo o un nido di calabroni.
Mi avvio verso l’ufficio. Durante il tragitto, passo davanti alla scuola primaria di un paese, non posso fare a meno di pensare che, tra poche settimane, questo incrocio sarà gremito di bambini e genitori. Osservo le strisce sull’asfalto e mi ricordo del pensionato con la pettorina fosforescente che, durante l’inverno, armato di cappello, guanti, giacca e paletta, si affanna a fermare gli automobilisti per permettere agli alunni di raggiungere in sicurezza l’edificio scolastico.
Raggiunto infine il posto di lavoro, mentre attendo che il PC si accenda, guardo rapidamente la casella di posta elettronica sullo smartphone. Ci sono solo due notifiche: l’invito ad un incontro organizzato da una Onlus della zona ed un pro-memoria relativo alla donazione di sangue prevista per domani in prima mattinata.
In pausa pranzo dò uno sguardo ai post su Facebook, stanno ancora discutendo del crollo del ponte a Genova. Qualcuno, più disfattista di altri, lancia una provocazione e scrive:
“ Ma secondo voi c’è qualcosa che funziona bene in Italia?”
Sorrido e una risposta mi sorge spontanea: