Il 2018 ha segnato l’inizio della battaglia dell’Unione Europea contro la plastica, in ogni forma e dimensione, divenuta sempre più una problematica ambientale di importanza rilevante.
Secondo alcuni dati raccolti in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente 2018 è emerso come “ogni minuto nel mondo vengano acquistate 1 milione di bottiglie di plastica e solo una piccolissima parte di queste viene riciclata”; altro grave danno all’ambiente è dato dall’utilizzo di cotton fioc, cannucce e stoviglie oggetti che “che più inquinano le spiagge e i mari”, tanto che quest’estate diverse spiagge e stabilimenti ne hanno bandito l’utilizzo.
La plastica è un problema ambientale in ogni sua forma e dimensione: dalle bottigliette, ai semplici sacchetti che usiamo per la spesa quotidiana, fino ai prodotti per la cura del corpo. Sì, perchè molti prodotti per l’igiene personale e cosmetici contengono piccole quantità di plastica, le cosiddette microplastiche.
Sembra incredibile, ma è proprio vero.
Prendiamo un esempio comune: il dentifricio; al supermercato ne vediamo di diversi tipi nello scaffale dedicato ai prodotti per l’igiene orale: c’è quello 3 in 1, quello sbiancante, quello per le gengive arrossate, quello coi microgranuli sbiancanti…ecco vi siete mai chiesti di cosa esattamente siano fatti questi “microgranuli”? Bè la risposta potrà shockare molti di voi: è plastica. Sì, proprio plastica. La stessa plastica di cui sono fatti quei “granuli” delle creme esfolianti che ci conferiscono quell’effetto “pelle di velluto” dopo averle applicate.
Ma tanti altri cosmetici le contengono al loro interno, ma forse fino ad ora ne eravamo quasi all’oscuro.
Sto parlando di mascara, rossetti, creme idratanti, ombretti (soprattutto quelli glitterati), i quali possono contenere al loro interno, cioè nella loro composizione, queste microplastiche, il cui contenuto a volte supera in peso la plastica usata per il contenitore e che, al contrario di quest’ultima, non sono riciclabili.
Esse svolgono diverse “funzioni”: regolatori di viscosità, emulsionanti, formatori di film,
agenti opacizzanti (come in molte creme o fondotinta liquidi), luccichii, rilascio controllato di vari ingredienti attivi, solo per citarne alcune.
Generalmente, queste microplastiche dovrebbero essere indicate nella composizione dei prodotti cosmetici (che si trova nel retro della confezione), il cosiddetto INCI, ma questo non sempre succede, in quanto alcune aziende cosmetiche tendono a far spacciare per “naturali” prodotti che all’interno contengono materiali plastici, che non essendo riciclabili, causano ingente danno all’ambiente, soprattutto marino.
Quali sono queste “microplastiche”?
Una delle più comuni in ambito cosmetico è senza dubbio il polietilene; presente in molti prodotti di cosmetica, come esfolianti, saponi, creme e gel, è quello che conferisce quell’effetto levigante ed illuminante alla nostra pelle.
Altre microplastiche molto usate sono l’etilene e lo stirene (quest’ultimo presente soprattutto negli ombretti o nei fondotinta in polvere).
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Danni all’ambiente e all’uomo
Come detto in precedenza, al contrario della plastica di cui sono costituiti i sacchetti o le le bottigliette, la quale è potenzialmente riciclabile, queste microplastiche in virtù delle loro dimensioni non lo sono; inoltre proprio perchè sono microscopiche, si diffondono più facilmente attraverso lo scarico di lavandino e doccia, terminando nei fiumi e quindi in mare, dove poi impiegano centinaia di anni per degradarsi, salvo entrare nella catena alimentare marina, con effetti devastanti.
Infatti queste microplastiche possono essere involontariamente ingerite da un numero enorme di organismi marini, vertebrati ed invertebrati, sia per filtrazione dell’acqua (nel caso di molluschi) che per ingestione (nel caso di pesci, che possono cibarsi di molluschi o altri organismi già “contaminati”), causando danni sia di natura fisica che di natura chimica ( trasporto di prodotti chimici tossici).
Inoltre l’utilizzo di prodotti cosmetici contenenti questi materiali può causare una progressiva abrasione della pelle con conseguente aumento della permeabilità cellulare ed infiltrazione all’interno dei tessuti, con potenziali effetti tossici.
Lotta alle microplastiche: cosa possiamo fare?
La lotta dell’Unione Europea contro la plastica è iniziata all’inizio del 2018, allo scopo di ridurre i rifiuti di plastica e arginare il loro abbandono nell’ambiente: una lotta destinata a raggiungere traguardi importanti, come lo stop totale, entro il 2020, alle microplastiche e alle plastiche “oxo-degradabili”, ossia quelle che si frammentano con luce e caldo, comprese quelle presenti nei cosmetici.
Molte aziende hanno già messo al bando le microplastiche o hanno fissato una data da cui prenderà il via il divieto di inserirle nei prodotti, sostituendole con componenti di origine naturale.
Ma intanto anche noi possiamo già contribuire nel nostro piccolo a ridurre progressivamente le microplastiche, a partire proprio dalla scelta di ciò che usiamo per la nostra bellezza e la nostra igiene.
In particolare, poniamo molta attenzione e leggiamo attentamente l’INCI dei vari prodotti: questo ci permetterà di capire la composizione dei prodotti e l’eventuale presenza di microplastiche al loro interno.
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SITOGRAFIA:
https://www.repubblica.it/ambiente
https://www.panorama.it/news/scienza
https://www.greenme.it/cosmesi/
https://www.greenme.it/consumare/cosmesi/28824-risoluzione-parlamento-europeo
https://pasqualecioffi.com/le-microplastiche-e-le-nanoplastiche-che-mangiamo-ogni-giorno/