La storia di Mona Lisa e dei Sanvitale
Un film s’intitolava la Morte ti Fa Bella circa l’elisir di lunga vita. Forse si tratta di un immaginario hollywoodiano.
Tuttavia vi sono opere d’arte che ritraggono, postumi, personaggi morti: per l’affetto o l’amore vi sono state commissioni in memoria di mogli o figli che purtroppo sono passati all’altro mondo. Uno si trova al Museo del Louvre di Parigi l’altro nella più umile Fontanellato.
Il primo è divenuto un simbolo dell’arte italiana nel mondo,da sempre oggetto di contesa tra il nostro Bel Paese e la Francia: Monna Lisa di Leonardo da Vinci. Così almeno fu chiamata da Vasari.
Recenti studi, infatti, identificherebbero nel volto parigino quello di Pacifica Brandani, amata da Giuliano de Medici figlio di Lorenzo il Magnifico e dalla quale ebbe un figlio, Ippolito.
A Roma dove giunse dopo l’elezione di Leone X, Giuliano portò con sè il bambino che, come facilmente intuibile, chiese della madre morta di parto; così chiese al genio vinciano che operava a Roma un ritratto della giovane. Nacque così il dipinto famoso in tutto il mondo: una mamma che non ha mai potuto conoscere.Un racconto strappalacrime dietro il simbolo stesso del museo francese.
Fontanellato, nella Rocca Sanvitale, ospita una sala affrescata da Parmigianino, genio del manierismo. Una sala voluta nel 1523 da Paola Gonzaga, sposa di Galeazzo Sanvitale, in memoria di un piccolo amore: il loro figlio, morto in tenera età.
E’ raffigurato tra i biondi putti che decorano la volta ispirata a quella della Camera di San Paolo (Parma) che il Parmigianino conobbe direttamente come allievo del Correggio.
La Storia di Diana che, sorpresa da Atteone, lo tramuta in cervo rappresenta il dolore della tragica fine del figlio, ma anche un richiamo alla passione salvifica di Gesù Cristo rappresentato dall’ungulato azzannato senza soffrire.
La morte, terribile fato trova nell’arte una dolce rappresentazione nel ricordo di chi si è amato.
http://www.circumnavigarte.it/la_sala_del_parmigianino.html