L’America è in subbuglio: il giudice Brett Kavanaugh, scelto da Trump per essere il prossimo membro della Corte Suprema, è stato accusato da alcune donne di molestie sessuali.
La nomina a membro della Corte Suprema potrebbe essere più difficoltosa del previsto per il giudice Brett Kavanaugh.
Il giudice è stato accusato di molestie sessuali da una donna che dichiara di essere stata abusata trent’anni fa. In un periodo come questo in cui le molestie sessuali sono al centro della cronaca sempre più spesso e, soprattutto, in una presidenza come quella di Trump, queste accuse pesano ancora di più del solito.
La vicenda inizia la scorsa estate, quando il giudice Brett Kavanaugh è stato nominato dal Presidente Trump per succedere l’ormai dimissionario Anthony M. Kennedy alla Corte Suprema.
La Corte Suprema è un organo di enorme importanza nel sistema politico americano, poiché, innanzitutto, la carica dei membri è a vita, inoltre, ad essa spetta l’ultima decisione d’appello in merito a questioni sollevate nei tribunali federali e statali. Alla Corte Suprema spetta la decisione su temi “caldi”, come le armi, l’aborto ed i diritti degli omosessuali.
Ovviamente ogni Presidente ha la possibilità d’intervenire nella composizione della Corte, al termine del mandato. Il Presidente può scegliere dei candidati che sono più affini alle proprie convinzioni.
Trump ha scelto Brett Kavanaugh, repubblicano, vicino agli interessi dell’élite, cattolico, conservatore sul tema dell’aborto e favorevole alla circolazione delle armi; un candidato perfettamente nelle corde di Trump.
Ma la nomina deve essere approvata anche dal Senato.
Agli inizi di settembre sono state fatte alcune udienze con le quali la commissione Giustizia del Senato statunitense ha valutato la nomina di Kavanaugh. Le udienze servono a verificare l’idoneità del candidato ad una nomina così importante.
Nonostante il giudice sia stato attaccato duramente dai Democratici su vari temi (il tema dell’aborto, in primis, ma è stato anche accusato di contatti precedenti col Presidente, prima della nomina), i Repubblicani si erano detti tranquilli della nomina di Kavanaugh, sicuri di rendere la nomina ufficiale già nei primi giorni di ottobre.
La sicurezza dei Repubblicani si è sgretolata in un attimo quando sono arrivate le denunce di violenza sessuale da parte di alcune donne.
La prima a farsi avanti è stata la professoressa e psicologa Christine Blasey Ford, che ha accusato Kavanaugh di averla stuprata durante una festa del liceo.
Ovviamente i Repubblicani hanno accusato la donna di voler solamente sabotare la nomina del giudice, accusandola di dire il falso; lo stesso Kavanaugh ha smentito le dichiarazioni della Ford.
Ma la Ford è riuscita a testimoniare davanti alla commissione del Senato.
La donna ha ribadito le accuse nei confronti del giudice ed ha raccontato l’episodio della violenza.
Lui aveva 17 anni, lei 15. Era una festa del liceo. La donna, con la voce quasi rotta dal pianto, ha rivelato di aver pensato di morire durante quella terribile violenza, quando la mano di lui le copriva la bocca per non farla urlare. La Ford ha raccontato di ricordare le risate di Kavanaugh e del suo amico, mentre il giudice perpetrava la violenza.
La donna è stata al centro delle polemiche, la settimana precedente, per la sua accusa nei confronti del giudice. La situazione è risultata ostica fin dall’inizio: nell’ultimo periodo, dopo il caso Weinstein, si sono susseguite numerose denunce di violenza sessuale, molte delle quali non sono state credute. Alcune donne, che hanno denunciato le violenze, sono state accusate di aver inventato tutto, solo per avere qualche momento di fama ed il loro nome sui titoli di un giornale.
Ma la dottoressa Ford è stata una donna motivata nella sua dichiarazione di fronte al Senato. Non è sembrata una donna che voleva semplicemente far fuori Kavanaugh, bensì una donna che ha accusato un uomo di una violenza che non si può dimenticare e che ha parlato, sia per far giustizia e sia per impedire che un violentatore arrivasse alla Corte Suprema.
Kavanaugh ha ripetuto l’estraneità alle accuse della Ford, ammettendo di aver bevuto molto durante la sua vita da studente, ma di non aver mai compiuto violenze del genere. Inoltre, ha affermato di non voler assolutamente ritirare la propria candidatura.
Alle accuse della Ford, si sono aggiunte altre due donne che, sotto giuramento, hanno dichiarato di essere state molestate o stuprate dal giudice.
Molte sono le ombre sul passato di Kavanaugh, un passato su cui il giudice ha sempre cercato di rimanere vago, senza dare dettagli precisi. Uno dei particolari che mette il giudice più in ombra è la sua appartenenza alla confraternita Delta Kappa Epsilon, famosa per la misoginia al limite della violenza contro le donne.
L’opinione pubblica si chiede se sia giusto che alcuni comportamenti scorretti, avuti trent’anni fa, possano influenzare la carriera di un uomo. Ma, come già detto, si parla della Corte Suprema, l’unico organo politico americano ad avere la carica a vita.
Un uomo che potenzialmente potrebbe aver violentato una o più donne, potrebbe avere il potere decisionale su temi importanti come l’aborto, i diritti civili e la salute, per trent’anni o più.
Un caso simile avvenne anni fa per un altro candidato alla Corte Suprema, Clarence Thomas. Il giudice venne accusato di stupro da Anita Hill, afroamericana, che, di fronte a quattordici uomini bianchi, rivelò le molestie subite ed in cambio ricevette solo accuse di mentire. Anita Hill fu maltrattata dalla commissione, derisa e presa per bugiarda. Clarence Thomas, in seguito, fu confermato alla Corte Suprema ed ancora ne fa parte.
Venerdì scorso la commissione Giustizia del Senato si era dichiarato favorevole alla nomina di Kavanaugh, con 11 voti favorevoli e 10 contrari.
La mattina di venerdì il senatore Jeff Flake si era dichiarato favorevole a Kavanaugh, ma ecco un altro colpo di scena.
Il senatore è stato il protagonista di un faccia a faccia con due donne che sono state vittime di violenza. Una di loro ha detto:
“Sono stata molestata sessualmente, e nessuno mi ha creduto, voi così dite alle donne di starsene buone, perché se parlano le ignorerete. È accaduto a me, ed è ciò che, voi affermate, accadrà a ciascuna donna in America”.
Lo scontro del senatore con le due donne ha cambiato parzialmente la situazione: Flake ha dato comunque il voto a Kavanaugh, ma condizionando la decisione ad un’indagine dell’FBI, prima della conferma. In una settimana l’FBI ascolterà anche le altre due donne che accusano il giudice di violenza. Si tornerà a votare alla fine dell’indagine. Ma quello di Flake non era l’unico voto incerto, quindi la situazione rimane piuttosto in stallo.
La nomina di Kavanaugh rimane un caso bollente che tocca le corde dei movimenti femministi degli ultimi tempi. Col caso Weinstein le donne hanno cessato di rimanere in silenzio ed hanno iniziato a farsi forza per denunciare il proprio aguzzino.
La situazione di Kavanaugh è nebulosa ed ha bisogno di essere analizzata profondamente, proprio per l’importanza della carica che dovrebbe occupare il giudice.
Intanto le donne americane sono scese in piazza per protestare contro la nomina del giudice Kavanaugh, lanciando l’hashtag #BelieveSurvivors, per ricordare che una donna che ha subìto violenze deve essere creduta.
Attendiamo la decisione sulla nomina del giudice, sperando che l’America ponderi tutte le dichiarazioni e faccia la scelta giusta.
Fonti:
Ansa.it
Il Post
The Guardian
La Repubblica