Musicoterapia ed emozioni: un’accoppiata vincente che aiuta a raggiungere il benessere mentale e fisico.
La musica è parte integrante delle nostre vite. A lei leghiamo momenti importanti, che restano indelebili nella nostra mente. La musica è un linguaggio universale, ed è anche una terapia riconosciuta.
“La musicoterapia è l’uso della musica e/o degli elementi musicali (suono, ritmo, melodia e armonia) da parte di un musicoterapeuta qualificato, con un utente o un gruppo, in un processo atto a facilitare e favorire la comunicazione, la relazione, l’apprendimento, la motricità, l’espressione, l’organizzazione e altri rilevanti obiettivi terapeutici al fine di soddisfare le necessità fisiche, emozionali, mentali, sociali e cognitive.
La musicoterapia mira a sviluppare le funzioni potenziali e/o residue dell’individuo in modo tale che questi possa meglio realizzare l’integrazione intra- e interpersonale e consequenzialmente possa migliorare la qualità della vita grazie a un processo preventivo, riabilitativo o terapeutico.”
Uno dei principi base è che il soggetto dev’essere attivo, sentire la musica e seguire le emozioni che questa gli provoca per tirarle fuori. E seguire il flusso.
La fiducia con il musicoterapeuta è essenziale. Si deve creare un rapporto sereno e tranquillo, in cui il paziente si sente libero di esprimersi. Il terapeuta dev’essere pronto a guidare il paziente in un percorso molto particolare.
Non esiste un modo univoco di approcciarsi: ogni paziente è diverso e per questo la terapia è personalizzabile e si può cambiare durante il percorso, qualora il paziente lo necessiti.
La musicoterapia ha avuto effetti più che positivi con i pazienti autistici, che tendono a rinchiudersi nel loro mondo e ad avere difficoltà a comunicare con l’esterno. La musica riesce a creare un varco tra i due mondi, e crea un terreno neutro su cui avventurarsi.
Non è una terapia sostitutiva, non serve a curare ma a trovare un canale di comunicazione.
Una precisazione è d’obbligo: tutti comunichiamo. Non esiste nessuno che non comunichi qualcosa. Il problema è capire, mettersi sulla stessa lunghezza d’onda e imparare a parlare in modo diverso dalle parole.
Altra precisazione: questa terapia non sostituisce nessuna prescrizione medica. La accompagna, porta giovamento su un piano diverso ma non va a curare la malattia. I terapeuti devono essere all’interno di un’ equipe più ampia che copre più ambiti medici e psichici.
Nelle prossime settimane vedremo gli ambiti di applicazione, andremo più nello specifico e cercheremo di conoscere meglio questa terapia.
Fonte Wikipedia