Non ci si sperava più, magari dopo una delusione forte, un tradimento, ma è lì un nuovo amore: ma attenzione, la “crocerossina” è in agguato.
Ammettiamolo, la fase iniziale di una qualsiasi storia d’amore è sempre la più carica e densa di emozioni.
La sensazione di stare “con la testa tra le nuvole” quando si pensa a lui, il cuore che batte all’impazzata anche se ti manda anche solo un “Ciao”, ma anche la paura iniziale di non piacergli abbastanza.
Poi arriva il momento del “decollo”: le prime uscite, in cui sono gli sguardi a parlare per noi, il tanto atteso “primo bacio”, le uscite mano nella mano, gli abbracci, i messaggi d’amore.
Ci sentiamo delle principesse nel nostro mondo fatato con il nostro principe azzurro. Ed ecco che di nuovo pensiamo:
Stavolta è davvero quello giusto! Farò di tutto per renderlo felice accanto a me!
“Farò di tutto per renderlo felice accanto a me”: una frase apparentemente innocente, ricca di sentimento ed amore profondo per la persona che abbiamo accanto.
Dopo tutto, specialmente se si viene da brutte esperienze di delusioni e tradimenti, dove magari siamo passate noi per la “causa” che ha portato il nostro (ex) uomo a compiere quel gesto, siamo portate istintivamente a non voler più commettere gli stessi errori.
Ed ecco che si comincia a riempire d’attenzioni il proprio uomo, accontentarlo in tutto per tutto: lui vuole uscire con gli amici? Si mette il muso, ma alla fine si cede.
Lui non vuole uscire, ma stare in casa a vedere un film o la partita della squadra del cuore? Si va da lui armate di pizza, coca cola e si tifa (anche se magari avremmo voluto fare dell’altro).
Lui non sta passando un bel periodo al lavoro, o con gli amici con cui magari ha appena discusso? Lo si ascolta e si cerca di dargli qualche consiglio.
Atteggiamenti normali, che ogni ragazza farebbe per il ragazzo che ama: sì, ma senza esagerare!
Perchè proprio questi comportamenti sono i primi segnali di quella che viene definita “sindrome della crocerossina” : una situazione in cui il nostro fidanzato non è più solo la persona che sta al nostro fianco e con cui vogliamo condividere vari momenti della vita, ma l’oggetto delle nostre attenzioni, delle nostre premure.
Lui deve essere FELICE SEMPRE, e la sua felicità diventa lo scopo primario.
“Lui”, “sua”, “scopo primario” : sono questi aspetti che rendono un comportamento apparentemente innocente (soprattutto se visto da donne che di natura sono romantiche ed affettuose) come un qualcosa di patologico.
La sua felicità è anche la mia.
Un’ altra frase molto ricorrente della “crocerossina”, che tende quasi, a giustificare questo comportamento come normale, quando invece normale non è.
Sì, perché la nostra felicità non può essere in funzione esclusivamente di quella del nostro uomo.
A volte può essere difficile, perché dietro a questi gesti verso l’altra persona si nasconde in realtà un nostro bisogno di attenzioni, di coccole, di cure che magari non abbiamo mai ricevuto, oppure, come può accadere a seguito di un tradimento o della fine di una storia d’amore, un nostro rimediare agli errori che hanno portato a quella fine.
Tuttavia bisogna imparare a volersi bene, ad AMARSI oltre che ad amare l’altro. É possibile tutto questo?? Sì. Ecco alcuni preziosi consigli.
1) Il nostro ragazzo di mamma ne ha una sola. La donna “crocerossina” viene vista dal proprio compagno in primis non come fidanzata, ma come una mamma o una psicologa. Quindi cerchiamo noi in primis di non cadere in questi comportamenti: se ha bisogno di un consiglio, non glielo neghiamo, ma anche lui deve ascoltare noi quando abbiamo bisogno di un consiglio.
2) In una coppia si è in due, non in uno. In un qualsiasi rapporto di coppia, alla base vi deve essere complicità, affinità e serenità, ma quest’ultima dev’essere di entrambi. Pertanto è importante ascoltarsi e capire le esigenze dell’uno e dell’altra, che vanno rispettate.
3) Essere egoiste ogni tanto non è sbagliato, anzi. Perché non abbiamo il diritto, come il nostro compagno, di ritagliarci dello spazio tutto per noi?