Ipocondria, la paura della malattia: capriccio, malessere passeggero o fobia invalidante? Provare per giudicare.
A tutti noi è capitato di provare una certa preoccupazione, talvolta anche un po’ eccessiva, per la propria salute o di avvertire una fastidiosa agitazione durante una visita medica o un esame clinico.
Se si tratta di episodi sporadici è assolutamente normale e per risolvere il problema vi basterà parlare delle vostre ansie con qualcuno o adottare una delle tante tecniche esistenti per riacquistare serenità!
In medicina l’ipocondria è riconosciuta come un disturbo psichico che crea una preoccupazione eccessiva circa il proprio stato di salute: una vera e propria fobia che nei casi più estremi si trasforma in stati di ansia e di paura.
Come abbiamo già avuto modo di spiegare in altri articoli esistono vari tipi di fobie e di paure patologiche.
Alcune sono inusuali altre più comuni .
Molte sono sottovalutate come la ninfomania o la mania dello shopping .
In realtà si tratta di condizioni invalidanti che non permettono una vita serena.
Sintomi dell’ipocondria
Per una corretta diagnosi del disturbo è necessario riscontrare la presenza di alcuni tratti specifici:
- Preoccupazione di avere o contrarre una grave malattia.
- I sintomi somatici non sono presenti o, se presenti, sono di lieve intensità. Se è presente un’altra condizione medica o vi è un rischio elevato di svilupparla, la preoccupazione risulta eccessiva o sproporzionata.
- È presente un elevato livello di ansia riguardante la salute e un alto livello di allarme su questi temi.
- L’individuo attua eccessivi comportamenti correlati alla salute (come controllare di continuo il proprio corpo alla ricerca di segni di malattia) o al contrario rifiuto di cure o situazioni potenzialmente collegata alla malattia (evita visite mediche e ospedali).
- La preoccupazione per la malattia è presente da almeno 6 mesi, anche se la specifica patologia temuta può cambiare nel corso di questo lasso di tempo.
Fonte: www.studicognitivi.it
Ipocondria: capriccio o realtà?
Spesso chi non soffre di una determinata patologia tende a sminuire le difficoltà di chi ne è affetto.
Questo accade più spesso quando si parla di fobie o di problemi di tipo psicologico ed è per questo che in molti tendono a deridere gli ipocondriaci e a non comprendere le reali difficoltà legate a questo fenomeno.
Per meglio comprendere sarebbe utile fare un piccolo esercizio, che può essere ripreso anche in altre occasioni.
Fingete per un paio d’ore di essere ipocondriaci, concentratevi bene sui sintomi e provate a vestire i “panni” del soggetto affetto dalla patologia.
Di seguito un piccolo esempio:
” Suona la sveglia , apro un occhio lentamente ed allungo la mano sul comodino per disattivarla.
Anche questa notte è passata, inizia un altro giorno e sono ancora qui, per fortuna!
Sono debole, non so se ho la forza di alzarmi dal letto, mi giro, mi sollevo e la stanza sembra girare attorno a me!
Con lentezza mi avvio verso il bagno apro il rubinetto e regolo la temperatura dell’ acqua, non troppo fredda perché potrei prendere un raffreddore ma non troppo calda perché potrei rovinare lo strato esterno della pelle, quello che mi fornisce protezione dagli agenti esterni. Mi lavo accuratamente con un sapone neutro e passo poi un leggero strato di crema disinfettante.
Suona il telefono e mi sovviene che ieri sera mio fratello ha chiamato sua moglie dal mio telefono fisso, potrebbe aver lasciato dei germi o dei batteri sulla cornetta!
Mi precipito a prendere un pacchetto di fazzoletti usa e getta per poter afferrare la cornetta ma nel frattempo non si odono più squilli …”