In quest’anno ricade un triste, crudele anniversario. Quello della firma delle Leggi Razziali firmate da Vittorio Emanuele III il 17 novembre 1938.
Questa grave ricorrenza è resa ancora più tragica dall’attuale “Re d’Italia” Emanuele Filiberto di Savoia che non solo non prende le distanze da quella scellerata decisione del suo avo ma arriva ad affermare che era costretto a firmarle dato il suo ruolo di re.
Proprio in quel periodo, la stessa residenza reale Quirinale sembrava chinarsi al feroce fanatismo di Adolf Hitler in quanto la sala del Bronzino fu riallestita in pompa magna per la visita del Dittatore Tedesco, ed ancora conserva tale sistemazione.
L’Italia si scoprì, quell’anno, crudelmente razzista in linea con il terribile pensiero del Duce, alleato della Germania.
Parole intollerabili quelle del rampollo sabaudo. La corona non dev’essere una giustificazione per un così esecrabile abominio contro i valori su cui una nazione, monarchia costituzionale o repubblica, si basa.
Emanuele Filiberto a Busto Arsizio per commemorare Vittorio Emanuele II, ha purtroppo avuto modo di sputare in faccia agli ideali che mossero il Padre della Patria nell’unificazione del nostro paese(già idealizzata da Giulio II papa rinascimentale).
Non è stato all’altezza del suo ruolo. Non ha avuto modo di osservare rispetto per quelle vittime innocenti alle quali sono state ignobilmente rimosse tutte le libertà per essere condotte al triste destino che fu l’Olocausto. Un vero principe non deve mostrarsi così attaccato all’avo non riconoscendo le sue gravi colpe.
Un principe fu William, figlio di Diana, che ha prestato servizio militare nella Royal Air Force non certo uno che presenzia a cerimonie commemorative per farsi pubblicità in date così abominevoli. Fu a causa di quel gesto che dal 1946 l’Italia scelse la Repubblica.
L’Italia fascista ha firmato le leggi razziali; un altro filo nazista, Edoardo VIII ha firmato qualcosa: la sua abdicazione per non rovinare la corona.