È arrivato il periodo dell’anno in cui pranzi e cene non hanno un inizio né una fine.
Oggi vi elencheremo le varie insidie che possono nascondersi in questo periodo, con relative soluzioni (o aspiranti tali).
1. Pranzi e cene
Sono i protagonisti delle feste. Se da un lato ci fa piacere trascorrerli con persone a noi care, al decimo pranzo in cui viene servito anche un raro esemplare di mammut aromatizzato alle erbe delle montagne rocciose, un pochino iniziamo ad essere insofferenti.
La misantropia ci assale, insieme ad un desiderio profondo di andare a vivere su di una palma in un’isola deserta senza nessuna comunicazione eccetto i messaggi in bottiglia.
Soluzione? Chiudersi in casa, fingersi dispersi e sperare che nessuno avverta la Sciarelli. Non date segnali di vita, al massimo scaricate qualche foto da Google di un paesaggio, appiccicateci sopra la vostra sagoma, e fate un post su Facebook. Si metteranno l’animo in pace e sarete salvi. Forse.
2. Il cinema per Natale
Allora parliamoci chiaro: il giorno di Natale si passa a mangiare e giocare. Il massimo impegno dev’essere quello di sbottonarsi i pantaloni perché non entrano più.
Ma verso metà pomeriggio c’è sempre quello che salta fuori con l’idea geniale del cinema. Fuori come minimo diluvia, sicuro fa un freddo cane, altre 60 milioni di persone hanno avuto la stessa idea (che poi sono gli stessi che in agosto si mettono in fila in autostrada intasando il traffico) ma lui non accetta un no come risposta.
Quindi ci ritroveremo in fila per vedere un film che non ci piacerà e avremo pure freddo. La soluzione è mettersi sul letto e fingersi morti o almeno in coma, nella speranza che questo li fermi dal farci uscire. I risultati non sono garantiti.
3. L’inaspettato
Avete fatto una lista accurata e dettagliata delle persone a cui fare i regali, l’avete iniziata a gennaio scorso aggiornandola ogni volta si rendesse necessario, avete indagato sui gusti di ognuno con un’accuratezza che nemmeno 007 in missione, ma questo non vi salverà da lui: quello che non vedete o sentite da decenni, e che si presenterà a casa vostra con un regalo.
Ma non solo. Decide di piazzarsi nel vostro salotto per delle ore, impedendovi di finire la lista e costringendovi alla lotta del 24 nei centri commerciali. Lui verrà per un caffè ma se ne andrà solo a notte fonda.
E voi non saprete come ricambiare il regalo che vi ha portato, che nella stragrande maggioranza dei casi è una ciofeca che non sa a chi rifilare. Quindi passerete in rassegna tutto ciò che vi è stato regalato in cerca di qualcosa da dargli, fingendo di averlo preparato da giorni.
Come si scampa a questo? Quando suonano il campanello prima guardate dalla finestra, se non sapete chi è rispondete al citofono fingendovi la domestica cinese “signola no casa, io no potete aplile”. È collaudato e funziona.
4. L’invito inaspettato
Dopo giorni di pranzi, cene, scambi regalo anche con il fratello del cugino della moglie dell’amico del collega del terzo piano, finalmente grazie ad una congiunzione astrale favorevole nessuno vi ha invitato per una sera.
Ancora increduli vegetate sul divano guardandovi per la miliardesima volta un film natalizio, pensando se sdraiarvi sul lato desto, sul sinistro o rimanere così in stato vegetativo. Nel bel mezzo di questi profondi pensieri, squilla il telefono.
Panico. Prima di tutto perché non lo trovate, salvo poi scoprire che ci eravate seduti sopra, e poi perché quando vedete chi vi sta chiamando vorreste essere emograti al polo sud. È zia Pinuccia, che vi invita a cena da lei perché avete già fatto il giro dei parenti ma alla sua tavola ancora non vi siete seduti.
Mentalmente cercate una scusa, provate a vaporizzarvi, cercate di teletrasportarvi sulle Ande del Perù, ma lei vuole una risposta perché deve iniziare a cucinare. E voi tremate, perché zia Pinuccia non cucina, lei svuota i supermercati del circondario e fa cene che nemmeno il Re Sole con tutta la corre francese.
La soluzione a zia Pinuccia non esiste. La scienza sta studiando scuse efficaci ma al momento niente pare adeguato. A zia Pinuccia di no non si dice, si va alla cena improvvisata che scoprirete essere di 30 portate, più una ventina di dolci e tutti i tipi di antipasti conosciuti nei secoli.
5. Cosa fai l’ultimo dell’anno?
Questa domanda ci assilla da agosto fino al 30 dicembre. E chi la fa si aspetta risposte del tipo “guarda siccome non mi piace festeggiare, ho deciso che andrò in pellegrinaggio sul Monte Bianco su una gamba sola a leggere un libro di poesie amene tradotte in uzbeco” per rispondere “Che bella idea! Io invece vado in Egitto a scavare nelle tombe dei faraoni alla ricerca di antichi manufatti”. Ed entrambi passeranno il 31 a mangiare dalla rispettiva zia Pinuccia.
Sfuggire a questa domanda è possibile, rispondendo che dormirete. Inizieranno a guardarvi come foste gli scemi del villaggio, ma almeno sarete liberi! Sennò emigrare al polo sud che i pinguini sono un’ottima compagnia.