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Natale: come sopravvivere alla cena della vigilia e alle sue insidie

Rieccoci a parlare delle feste di Natale, e oggi affrontiamo l’argomento più spinoso: la cena della vigilia.

Si perché questa è il banco di prova di tutte le cene del periodo natalizio. Se funziona la cena della vigilia, allora funzionerà tutto.

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Da ottobre i parenti iniziano a chiedersi (e a chiedere) dove passeranno la Vigilia. Tanto un dato è sicuro: se lo chiedono è perché quasi sicuramente non la faremo a casa loro.

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Poi c’è sempre lo scontro tra chi dalla prestoria organizza la cena e chi vorrebbe organizzarla almeno una volta nella storia. Se tutto va bene si arriva ad un compromesso, altrimenti ci sarà un litigio epico al cui confronto lo Scisma d’Oriente sembra una scaramuccia tra bambini.

Chi porta cosa

Su questo punto si sono consumate discussioni infinite. Pare una banalità ma alla fine non lo è: in fondo si tratta dei futuri avanzi del 26, quindi l’argomento è serio.

Alcuni fortunati familiari, sono addetti a specifici piatti: il mondo può crollare, possono avvenire cambiamenti epocali, ma loro per il 24 porteranno sempre il solito piatto. Ed è un gran fortuna, perché ti togli dai litigi.

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I restanti familiari, invece, inizieranno a discutere su piatti improbabili: alla vigilia la carne non si mangia, quindi vengono fuori idee astruse su come cucinare il pesce. 

Dopo giorni di discussioni via mail, telefono e gruppi Whatsapp (che sono il male sotto le feste) arriverà la soluzione: ognuno porti cosa gli pare. Così finirà che ci saranno 10 insalate russe e 20 tiramisù, più una ricetta strana che nessuno mangerà perché non si fida.

L’orario di ritrovo 

La frase di rito è “Tranquillo/a vieni con calma, che tanto non ci rincorre nessuno” ma c’è chi prende alla.lettere questa frase e arriva quando gli pare.

Gli altri commensali, nel frattempo, daranno fondo agli antipasti (che insieme alle insalate russe e i tiramisù, sono piatti forti) e alle scorte di pane di tutto il regno e di quelli limitrofi, e inizieranno a lamentarsi del ritardo solo a esaurimento scorte.

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Quando il ritardatario arriva, viene accolto con la frase “Non arrivavi più, abbiamo iniziato a mangiare” e a lui toccherà il piatto sconosciuto che nessuno osava assaggiare. 

I parenti 

Beh, dai, alla fine è divertente passare il Natale tutti insieme….a parte le mille volte in cui ti verrà chiesto quando ti sposi, quando fai un figlio, quando cambierai lavoro, quando metterai la testa a posto, quando inizierai a fare questo e quando inizierai a fare quello….

Si è vero è pedante ogni anno sentirsi fare le stesse domande, ma alla fine fa parte della tradizione. E non sto parlando di religione (qua ognuno se la veda come meglio crede) ma di famiglia. 

Per famiglia intendo persone con cui si sta bene, con cui nonostante l’interrogatorio di rito le ore passano piacevolmente, aldilà dei legami di sangue. La famiglia si costruisce durante il cammino, ed è fatta da amici (che scegliamo) e parenti (questi ce li ritroviamo e ce li teniamo), ma quei parenti che ci sono sempre e su cui possiamo sempre contare. Il resto è contorno, e a Natale ci dobbiamo circondare della famiglia del cuore, di quella che abbiamo scelto e che scegliamo ogni giorno.

             Buon Natale a tutti!

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