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Consulente Tecnico di Parte Psicologo: il ruolo, i limiti, i vantaggi di chi se ne avvale

 

A cura della Dott.ssa Floriana De Michele,
Psicologa Psicoterapeuta e Consulente Tecnico di Parte (CTP)
Psicologo Avezzano

La storia ci insegna che la psicologia è una disciplina sanitaria che applica terapie psicologiche alla psiche umana nei casi di conclamate patologie o problematiche afferenti al nostro comportamento.

Non siamo abituati a vedere lo psicologo al di fuori dell’ambiente sanitario, senza il camice bianco o dietro il lettino analitico del suo paziente. Eppure molte sono le casistiche nelle quali la professione di psicologo si sta da tempo affermando al di fuori dell’ambiente strettamente sanitario. Basta citare l’ambito forense, dove gli psicologi collaborano con gli investigatori per delineare i profili criminali , sul luogo di delitti o di reati penali. Ma anche in ambito lavorativo, la figura dello psicologo può collaborare nella  riorganizzazione delle strutture o delle mansioni degli impiegati. Infine nelle vicende familiari sempre più spesso lo psicologo è chiamato non solo a redimere le conflittualità, ma a contribuire nelle delicate fasi del giudizio su separazioni coniugali o affidamenti dei figli soprattutto minori.

La qualifica dello psicologo Consulente Tecnico di Parte (CTP) non deve trarre in inganno facendo pensare ad una faziosità.
Vero che la sua funzione è, come dice lo stesso termine, “di parte”, ma questa terminologia è forse impropria. Il CTP è nominato dalla parte (ad es. dal marito o dalla moglie) ma non può assumerne incondizionatamente la difesa, come farebbe un legale. Deve in realtà rispondere a dei requisiti etici di comportamento, prevalentemente in funzione delle parti psicologicamente più deboli, che sono generalmente i minori. Ed inoltre deve tenere conto dello stato psicologico a cui sono sottoposte le parti in causa, assistendole all’occorrenza.

Per maggiore chiarezza invito il lettore a visitare il post del mio blog : CTP tribunale psicologo . Insomma la domanda può  sorgere spontanea a questo punto. Il CTP deve valutare, sostenere o curare?

La risposta è …  il CTP deve fare un po’ tutte queste cose. Il CTP  “deve tener conto di tutti gli elementi espressi dal paziente” motivazionali, cognitivi, emotivi e ambientali, ma anche quelli fantasiosi, onirici ed immaginari della persona che richiede il servizio. Solo in questo modo  che permette la comprensione piena dell’utente e dei suoi bisogni specifici al momento e che lo hanno probabilmente portato al conflitto legale. Insomma è il caso di dire che certamente non è un terapeuta ma può senz’altro indirizzare il richiedente verso una direzione sana, verso il benessere aiutandolo ad acquisire strumenti psicologici propri interiorizzando l’azione dello psicologo che lo sostiene.

A differenza del Consulente Tecnico d’Ufficio (CTU) psicologo, che deve vedere con gli occhi del giudice, senza modificare lo status delle parti, il CTP potrebbe addirittura aiutare a “guarire” le parti in conflitto tra loro, cioè aiutando la persona richiedente a chiarire e risolvere  il suo problema relazionale e affettivo con il coniuge o i figli.

E’ questa una visione direi inaspettata per la maggior parte delle persone che invece vorrebbe un Consulente di Parte che corre in proprio aiuto nella contesa giudiziaria in modo acritico confermando e trovando giustificazione alla litigiosità piuttosto che alla definizione del proprio ruolo  genitoriale o ambientale.

Dott.ssa Floriana De Michele,
CTP, Psicologa Psicoterapeuta

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