Shutdown: stiamo imparando tutti a conoscere questa parola, i cittadini americani stanno imparando a conviverci da ormai tre settimane (e non è certo la prima volta che si verifica nella storia del Paese).
Di cosa si tratta?
Quello attualmente in corso è divenuto ufficialmente lo shutdown più lungo della storia americana.
Shutdown letteralmente significa chiusura, arresto. Esso è previsto dall’Antidefiency Act, che manda in ferie (non retribuite) parte del personale federale; i primi ad andare a casa sono i lavoratori dei musei, dei monumenti e dei parchi nazionali.
Quando si verifica uno shutdown?
Solitamente quando si instaura un braccio di ferro fra il presidente in carica, promotore dell’iniziativa (o iniziative) controverse, e il ramo del Congresso di opposto schieramento politico, che si rifiuta di discuterle e approvarle.
Lo shutdown prevede il congelamento della capacità di spesa del governo federale. In pratica non può più far fronte a certe spese ritenute non primarie, come il pagamento degli stipendi ai lavoratori federali come i vigili del fuoco, i postini, i netturbini, i guardaparchi, gli agenti di frontiera, del fisco, il personale dei musei, degli aeroporti eccetera.
Ormai da tre settimane le attività federali americane sono bloccate, determinando di fatto il mancato pagamento degli stipendi di circa ottocentomila lavoratori federali.
Il precedente shutdown più lungo della storia americana si verificò nel 1995-96, quando Bill Clinton (democratico) dovette scontrarsi col Congresso (a maggioranza repubblicano) che controllava per la prima volta in quarant’anni il calendario sul bilancio federale. Allora per ventuno giorni le attività governative furono bloccate.
Perché si sta verificando l’attuale shutdown?
Lo shutdown attualmente in corso si è verificato a causa di un nodo fondamentale: il presidente Trump avrebbe intenzione di far approvare dal Congresso (con la Camera in mano ai democratici), all’interno della legge di bilancio federale, anche una significativa porzione di budget (per circa 5,7 miliardi di dollari) destinata a costruire e implementare il famigerato muro al confine messicano.
I democratici alla Camera si rifiutano di discutere una legge di bilancio con un simile obiettivo e come tale si è determinato lo shutdown federale, dal 22 dicembre 2018.
Cosa comporta l’attuale situazione?
Lo shutdown però può essere un’arma a doppio taglio per Trump. Se da un lato infatti il presidente non ha intenzione di cedere su un obiettivo per lui (e per il suo elettorato) essenziale per proteggere il confine meridionale del Paese, dall’altro lato lo shutdown sta avendo effetti concreti sulla vita pubblica e privata di molti cittadini statunitensi.
Si trovano senza fondi nove su quindici Dipartimenti (equivalenti ai nostri ministeri) federali. In questi giorni però il Congresso (bipartisan) ha approvato, e Trump ha firmato, un provvedimento che determinerà il pagamento retroattivo degli stipendi una volta terminato lo shutdown. Ma in ogni caso i disagi in questi giorni si stanno moltiplicando negli USA (disagi anzitutto economici).
Il blocco parziale delle attività federali sta toccando il Paese in vari modi. Dalla mancanza di personale ai controlli delle frontiere negli aeroporti, alle chiusure dei parchi nazionali o dei musei, al mancato ritiro della spazzatura dai cestini pubblici.
Col passare dei giorni la situazione negli USA si sta facendo complicata.
Le banche e le assicurazioni stanno iniziando a diffondere ammonimenti e consigli ai risparmiatori (lavoratori federali) su come non finire in rosso.
Se lo shutdown continuerà, fra le varie implicazioni serie, nelle prossime settimane rischieranno anche di saltare le emissioni dei “food stamps”, i buoni federali con cui molti (anziani, indigenti ecc) ricevono cibo e altri beni primari. Per la mancanza di liquidi di cui molti cittadini iniziano a soffrire, in questi giorni negli USA si vende di tutto online per racimolare qualche dollaro.
Il presidente Trump ha dichiarato da parte sua che non subito dichiarerà l’emergenza nazionale.
In questo modo sbloccherebbe subito e in ogni caso i fondi per il muro col Messico. La Casa Bianca sostiene che il Congresso in ogni caso possa fare in modo che ci siano sicurezza al confine e il muro.
Firmando il provvedimento legislativo che accorderà retroattivamente gli stipendi ai lavoratori federali, Trump, facendo leva sulla mancanza drammatica di reddito per molti dipendenti in questi giorni, si è detto “fiducioso” che i democratici tornino presto a Washington per sbloccare la situazione.
Vedremo fin dove arriverà lo shutdown e cosa implicherà per gli USA.
Era però sufficientemente prevedibile, da chi un minimo sia edotto degli affari americani, che si verificasse ciò alla luce del risultato delle elezioni di medio termine svoltesi lo scorso novembre che hanno visto i democratici trionfare alla Camera.
Trump si è sempre attestato su posizioni particolarmente dure e intransigenti (anche per atteggiamento personale), e lo scontrarsi con metà del Congresso a lui ostile politicamente non poteva che portare, presumibilmente, allo shutdown.