Sono oltre un migliaio gli abitanti di Sesto San Giovanni e dintorni scesi in Piazza della Resistenza per dire no a CasaPound.
Il motivo della mobilitazione è un meeting del partito di estrema destra dal titolo “Nessuna Europa è possibile se non ci liberiamo dell’Unione Europea”. O meglio, il fatto che la giunta comunale abbia concesso uno spazio istituzionale per questo incontro.
L’iniziativa di Resistenza è stata organizzata dal Comitato Antifascista di Sesto San Giovanni, insieme ad ANPI e ANPC. Tuttavia, hanno appoggiato il presidio diverse realtà del territorio, tra cui ARCI, PD, ANED e alcuni sindacati.
Si manifesta contro l’ascesa di un nuovo fascismo, contro l’evidente offesa storica, ma anche “Per un’Europa diversa unita e dei popoli”, come si legge su uno degli striscioni che sventola in piazza.
«Appena saputo della richiesta di CasaPound Milano di uno spazio pubblico abbiamo invitato la giunta a rispondere negativamente ma ciò non è avvenuto. Quindi ci siamo mossi su altri fronti perché non possiamo tollerare che questo paese, Medaglia d’oro al Valor militare della Resistenza, apra le porte a una realtà le cui idee si ispirino dichiaratamente al fascismo» spiega Mari Pagano, esponente del comitato. «La scelta di venire a Sesto non è casuale. Gli esponenti di CasaPound conoscono la nostra storia e con questo evento sanno di giocarsi una partita importante. Infatti, se riescono a ottenere un buon successo qui, possono farlo ovunque»
Ma se a Sesto San Giovanni CasaPound pare aver vinto, perchè ha ottenuto lo spazio chiesto e sta in queste ore tenendo il congresso, è evidente che l’opposizione non ha intenzione di arrendersi.
La scelta del luogo è significativa e testimonia gli orrori di quel fascismo a cui CasaPound si ispira abbastanza esplicitamente.
Vi è infatti un monumento alle 570 persone deportate nei campi di concentramento e in gran numero non tornate a casa. Si tratta per la maggior parte di operai delle fabbriche cittadine, ricordati uno per uno nel corso della manifestazione.
Intorno alla piazza vi sono, accanto agli striscioni, anche numerosi agenti in tenuta antisommossa; tuttavia, tutto si sta svolgendo in tranquillità; a pochi passa dalla sala del congresso di estrema destra non si fa violenza, ma si sventolano bandiere, si canta, si balla, si fa teatro: si manifesta contro la violenza scegliendo la cultura e il rispetto.