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Gilet gialli: storia e ragioni di un movimento sociale nato in Francia

Gilet gialli: da qualche tempo assistiamo all’attività di un nuovo movimento sociale, nato in Francia col nome di gilet jaunes. Un oggetto così “banale” come il giubbotto catarifrangente, che abbiamo tutti in auto e che si usa di solito per farsi notare quando si è in situazione di particolare emergenza in strada, è diventato simbolo di protesta popolare.

Quasi non passa giorno senza che non ci arrivi una notizia, un servizio o un’immagine al riguardo.

Ormai i Gilet gialli sono diventati un vero e proprio movimento sociale con cui bisogna fare i conti, in Francia e non solo

Diverranno un partito vero e proprio? Il gilet gialli hanno/avranno conseguenze pratiche anche in Italia, oltre che sui social?

Perché sono nati i gilet gialli?

(www.tpi.it)

Tutto è nato come reazione contro il piano di rincari di carburante deciso dall’Eliseo per far fronte al cambiamento climatico e per puntare sulle energie rinnovabili (un mix fra energia elettrica e solare)  anziché sulle energie fossili (principalmente benzina e gasolio). Il piano governativo prevede anche la chiusura delle centrali a carbone entro il 2022 e il dimezzamento dell’uso dell’energia nucleare entro il 2035.

A seguito del rincaro dei carburanti, è stata lanciata a maggio 2018 una petizione online per chiedere di non alzare oltre i prezzi, che in ottobre aveva raccolto oltre 300mila adesioni. 

Oltre alla petizione, il 17 novembre scorso su Facebook era stato organizzato da due camionisti, Eric Drouet e Bruno Lefevre, un evento pubblico atto a “bloccare” la circolazione su tutte le strade francesi.

Il tam-tam da allora non si è più fermato, sui social la mobilitazione è stata inarrestabile e la protesta nata per il rincaro dei prezzi dei carburanti è diventata qualcosa di molto più grande, è divenuta scontro fra popolo e governo. 

Pare che oltre l’84% dei francesi sia dalla parte dei Gilet gialli (www.gestoricarburanti.it)

Parigi, un po’ come ai tempi delle barricate dei moti del 1848, è stata messa a ferro e fuoco più volte, ci sono state vittime, feriti, devastazioni.

Il “teatro di scontro” principale è stato il grandioso viale degli Champs Élysées, spesso si è visto l’Arco di Trionfo sullo sfondo delle manifestazioni. La Francia insomma non  è affatto nuova alle manifestazioni, dalla Rivoluzione in poi i francesi si sono spesso uniti per far sentire la propria voce e far valere le loro ragioni.

Il movimento dei Gilet gialli ha ricevuto un sostegno bipartisan contro il governo Macron, da Marine Le Pen a Jean-Luc Melenchon.

Un esempio delle strade bloccate in Francia dai Gilet gialli (www.quotidiano.net)

Quali sono le principali rivendicazioni dei Gilet gialli?

 

(www.dinamopress.it)

I social sono e sono stati fondamentali per la diffusione del messaggio dei Gilet gialli, in questo senso movimento molto “figlio” dei nostri tempi. Si chiede sempre di “portare qualcuno” alle manifestazioni per far aumentare di numero i manifestanti.

(www.askanews.it)

Quali sono state le reazioni del governo all’ondata gialla?

Le manifestazioni di protesta contro il governo sono state forti da subito nel centro di Parigi, e da subito sono state chieste le dimissioni del presidente Macron.

Il livello di allarme in tutto il Paese è stato subito alto, in vari Dipartimenti da subito si sono diffusi appelli per non mettere a rischio nessuno, in strada come altrove.

I cortei a Parigi all’ inizio erano pacifici, ma comunque per via di varie figure “controverse” l’Eliseo e altri edifici governativi sono stati subito circondati dalle forze dell’ordine, che hanno risposto con fumogeni e getti d’acqua ai lanci di bottigliette e petardi. Sabato 24 novembre si sono verificati i primi scontri gravi fra polizia e manifestanti.

(www.greenreport.it)

Il presidente Macron, ad inizio dicembre, di ritorno dal G20 di Buenos Aires, ha indetto una riunione d’emergenza all’Eliseo per decidere il da farsi.

Una settimana dopo, dopo innumerevoli arresti, violenze e scontri in tutto il Paese, i manifestanti hanno dichiarato di agire per colpire il sistema “una volta per tutte” e il governo di contro ha concesso le prime, timide, aperture.

Il 10 dicembre Macron ha tenuto un discorso televisivo alla nazione in cui ha di fatto “teso la mano” ai gilet gialli in cui egli ha dichiarato che “Le richieste sono legittime ma saremo intransigenti con la violenza che non può essere tollerata. Questa indignazione è condivisa da molti francesi. Abbiamo risposto all’aumento della tassa sul carburante, ma servono misure profonde. La collera è giusta, in un certo senso”.

(www.askanews.it)

Ogni weekend di dicembre (e non solo) ha visto in tutta la Francia scontri, cariche, incidenti. Un automobilista è deceduto per gli scontri in strada. 

Sabato 5 gennaio, circa quindici manifestanti, alcuni vestiti di nero altri con i gilet gialli, hanno sfondato con una ruspa i cancelli del Ministero  dei Rapporti col Parlamento; il ministro Griveux è stato condotto fuori insieme allo staff e messo in sicurezza dagli agenti della security.

Ormai, col fine settimana appena passato, sono stati ben dieci i weekend di proteste, e non accenna a diminuire il clima di tensione generale, nonostante le concessioni del governo. Centinaia sono stati gli arresti, gli incidenti, alcuni anche mortali.

(www.tg24.sky.it)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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