Per molte famiglie di bambini affetti da questo disturbo, rappresenta una piccola vittoria, per i no vax una brutta batosta: i vaccini non sono causa diretta dell’autismo.
La conferma è giunta direttamente dalla Cassazione, in seguito ad un caso di denuncia da parte di due genitori no-vax di una bambina affetta da autismo infantile, causato a detta loro, proprio dalle vaccinazioni obbligatorie per i bambini, per frequentare la scuola. (tetano, pertosse, difterite, poliomielite e l’epatite B)
Il caso era scoppiato nel 2016, quando la denuncia era stata mossa nei confronti della Commissione medico ospedaliera di Milano, che inizialmente aveva accolto l’istanza stabilendo un risarcimento per danni alla salute ai genitori della bambina.
Un risarcimento, che poco tempo dopo è stato revocato, sulla base delle indicazioni provenienti dal ministero della Salute”, decise in merito dall’allora ministro Beatrice Lorenzin, che prevedono l’obbligo di 12 vaccinazioni.
Solo dopo due anni, è giunta la conferma della legge, sulla base anche degli studi epidemiologici, che da tempo confermano la non correlazione tra vaccini ed autismo.
Un tema caldo, quello su vaccini ed autismo, che da anni infiamma le sedie del Governo Italiano. Per non parlare del mondo del web e dei social (fin dal suo sviluppo,nel 1796) dove si scontrano i “no-vax” e i sostenitori dell’importanza della vaccinazione.
Uno scontro la cui miccia è quella che da molti è considerata la più grande frode scientifica del XX secolo, messa in piedi dal gastroenterologo inglese Andrew Wakefield, che ipotizzò per primo un possibile legame tra episodi di autismo infantile e il vaccino PMR (Parotite-Morbillo-Rosolia).
Lo studio di Wakefield ben presto cominciò “a far acqua da tutte le parti”, con la pubblicazione di diversi studi che smentirono totalmente questa ipotesi.
Una smentita arrivata (finalmente) anche dalla Cassazione, che ha riconosciuto la non correlazione tra vaccini ed autismo, e archiviato le denunce mosse dai genitori in quanto “inammissibili per manifesta infondatezza“.
Un piccolo passo (si spera) per il raggiungimento di una sempre maggior consapevolezza su temi delicati come i vaccini e la salute, ancora “infettati” dal web e dai social.