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Il numero più grande è due: l’amore secondo Fabrizio Caramagna

Fabrizio Caramagna si definisce un “ricercatore di meraviglie”. Questa la dicitura nell’ultima pagina del suo piccolo ma profondo primo libro: il numero più grande è due.

L’autore torinese, classe 69, dopo dieci anni di lavoro, tempo in cui ha accumulato perle che toccano il cuore, ha pubblicato il suo primo libro, uscito il 22 gennaio.

La sua è una storia d’amore, raccontata attraverso “quelle frasi che si sottolineano dai libri”. Aprendo il libricino, di piccole dimensioni, con copertina rigida ed un’immagine con la prevalenza di un azzurro così intenso da colpire il lettore, subito ritroviamo il primo capolavoro: l’indice.

Ogni titolo di capitolo può essere già una poesia a sé, e sono piccoli indizi di quello che sarà spiegato nel resto delle pagine. Successivamente abbiamo il titolo del libro: Il numero più grande è due. A primo acchito non si potrebbe capire cosa esso voglia dire, ma è un rebus del quale i lettori più curiosi non vedrebbero l’ora di scoprirne il significato.

L’intero libro si svolge seguendo una storia d’amore, quella tra Alberto ed Eleonor. Caramagna inventa un modo tutto suo, quello di raccontare i fatti attraverso aforismi, che seppur brevi sono di un significato da interpretare e comprendere in ogni singola parola.

Si affrontano tutte le classiche fasi dell’innamoramento: dal primo incontro al primo bacio, dalla prima notte insieme sino ai momenti più cupi che una coppia può vivere. Un primo incontro, dove quello che conta non è tanto sapere cosa si fa nella vita.

“mi interessa sapere quanta bellezza hai vissuto, che cosa ti tiene sveglia la notte, cosa ti fa sorridere quando nessuno ti guarda”.

Un primo bacio che porta inevitabilmente al voler conoscere l’altro e a lasciarsi andare nonostante le proprie zone d’ombra.

“dentro di me ci sono delle stanze piene di buio, e altre inondate di luce, corridoi incerti e finestre piene di stupore, e tu sei la prima persona a cui dono una mappa”.

La storia prosegue e si passa dal diventare complici e fare l’amore, un “unione di filamenti” al dover affrontare anche le tempeste. Come il vivere una storia a distanza facendo i conti con la cosa più preziosa che si possa dare: la mancanza.

Alberto e Eleonor sono di due mondi diversi, lui italiano, lei di un piccolo paesino del Pacifico. Due persone che entrano in collisione mettendo in comune i loro vissuti e ideali quasi agli antipodi.

Vivendo la loro storia d’amore è un po’ come pensare a sé stessi, ai sentimenti che ognuno di noi prova quando incontra quella che spera essere la persona giusta. Caramagna riesce a scrivere in un modo così coinvolgente che ci si innamora passo passo.

Ogni aforisma di Caramagna, che può essere anche letto separatamente dal contesto della storia, aprendo il libro ad una pagina a caso, come se si potesse trovare nelle parole dello scrittore un conforto, è un colpo al cuore di meraviglia.

Ci si commuove, si empatizza con i protagonisti del racconto, sorridendo per quelle frasi che sembrano scritte appositamente per te.

E quando si arriva all’ultima pagina, l’unica cosa da fare e stringere a sé quel piccolo manuale di vita che è “il numero più grande è due”. Una lezione, su quello che ogni giorno vediamo e sentiamo, una lezione sull’amore descritto come qualcosa che “non ha bisogno di spiegazioni, ma di incastri, e di vento e risate, e di camminare insieme senza dire nulla.”

Una lettura di quelle consigliate. Che toccano nel profondo. Uno di quei libri che ti avvolge come un caldo abbraccio nel tepore della notte per portarti via tutte le inquietudini.

E voi, l’avete letto o lo leggerete?

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