Pubblicare un romanzo è, di per sé, una cosa non da poco. Scriverlo addirittura interamente su Whatsapp e, per di più, dietro le sbarre deve essere un’impresa epica. Ci è riuscito il giornalista Behrouz Boochani
Con il suo romanzo, Behrouz Boochani, poeta, difensore dei diritti umani e produttore cinematografico, il 31 gennaio scorso ha vinto il Victorian Prize, uno dei premi letterari più prestigiosi al mondo.
Il romanzo, scritto in 5 anni ed inviato in parti su Whatsapp, si intitola “No Friend But the Mountains: Writing from Manus Prison” . Si tratta di un racconto autobiografico sulla permanenza nel carcere di Manus in Papua (Nuova Guinea) dove, lo scrittore curdo, è detenuto dal settembre 2013.
Si parla di un’opera letteraria di grande valore, divisa tra prosa e poesia, ma anche di un messaggio di speranza e di una richiesta di attenzione verso una terribile realtà che, Boochani stesso, ha vissuto sulla sua pelle: quella della terribile politica sulla migrazione australiana.
Nel suo discorso, registrato ed inviato in occasione della cerimonia, l’autore ha definito il premio una “vittoria per l’umanità ed i suoi valori, per la dignità, per la lotta contro un sistema che rende gli uomini numeri”.
Note e curiosità sull’autore
Behrouz Boochani è amante della letteratura e della parola. Prima della prigionia, ha lavorato come giornalista freelance per alcuni giornali iraniani. Nell’agosto 2013, durante un viaggio via mare nel tentativo di arrivare in Australia, è stato arrestato e portato nel carcere di Christmas Island, poi sull’sola di Manus.
Durante la permanenza come detenuto, ha pubblicato articoli su diversi giornali internazionali come “The Day My Friend Hamid Kehazaei Died” in The Guardian e “Life on Manus: Island of the Damned” in The Saturday Paper.
Fonte: https://www.theguardian.com/profile/behrouz-boochani
Autrice: Morgana Meli