Non è solo un problema di estetica, ma proprio di salute. Il verde pubblico, secondo i diritti dei minori, è una condizione che permette il benessere nel lungo periodo e, soprattutto, un ambiente salubre, assicura le giuste attività ludico- didattiche per lo sviluppo.
Ogni fanciullo ha diritto al proprio tempo libero ed al riposo, soprattutto trascorrendo parte della giornata all’aria aperta, tra passeggiate e giochi, ma se ciò non fosse possibile, entrerebbe in gioco una problematica non sempre semplice: cosa fare in casa?
Solitamente la soluzione è quella più deleteria, cioè trascorrere ore ed ore avanti alla televisione o al pc, diminuendo la possibilità di sviluppare rapporti reali con i propri coetanei e finendo con il rinchiudersi nella propria solitudine.
Proprio per questo, la presenza di aree verdi cittadine, curate e prive di ostacoli che ne minino l’efficienza, è la prerogativa che ogni paese della Penisola dovrebbe porre tra i propri obiettivi annuali. Ogni bambino ha il diritto di poter giocare a poca distanza da casa in uno spazio che possa permettergli di sviluppare appieno la propria infanzia, senza limiti alcuni.
Perchè sono importanti le aree verdi?
Durante la progettazione degli spazi urbani, è importante ragionare sulla qualità di vita dei residenti, sia per quanto riguarda gli adulti, sia i minori. In Italia non sono pochi i quartieri dilaniati dal degrado, sia a causa di alcune importanti situazioni legate all’incuranza, sia a causa dell’inquinamento.
Il degrado, però, si rispecchia anche nelle possibilità educative dei più piccoli, e proprie per questo attraverso la creazione di aree verdi ben tenute, è possibile sviluppare dei valori fondamentali, come il rispetto per i beni pubblici ed una maggiore formazione educativa.
Proprio grazie alla presenza di questi spazi, si può definire una città a “misura di bambino”. Secondo una ricerca condotta da un team multidisciplinare dell’Unità di ricerca di epidemiologia clinica e ambientale delle malattie polmonari e allergiche pediatriche (Ecampap), si è studiato un approccio che potesse combinare l’urbanizzazione e la salute dei residenti, grazie ad alcuni indicatori sul verde urbano, sulle aree cementificate ed il biossido di azoto.
La ricerca è nata dal progetto “Giardini per allergici”, proprio in virtù del fatto che, soprattutto nelle grandi aree influenzate prevalentemente da emissioni di industrie, traffico e riscaldamento residenziale, ci fossero più possibilità di sviluppare patologie respiratorie e allergiche in generale.
Nei capoluoghi italiani, il verde pubblico è in media il 2,7% della superficie comunale, quindi la situazione si ripresenta frequentemente.
La speranza è comunque viva nei confronti dei piani elaborati dalle amministrazioni, affinchè possano regolarizzare la situazione nel Bel Paese, considerando la sostenibilità delle aree, così da renderle green, in modo tale da permettere ai bambini di oggi di crescere come adulti sani domani.