LOL, Laugh Out Loud.
Letteralmente “ridere a crepapelle“.
LOL: tre letterine che sono entrate nella vita di tutti i giorni, tra Facebook e Twitter. Talmente tanto che sono state inserite nell’Oxford English Dictionary, il principale (e più famoso) vocabolario di lingua inglese.
E’ una parola che viene utilizzata maggiormente per indicare situazioni buffe, paradossali e goffe.
Storia, le origini dell’inglese “sto ridendo a crepapelle”.
Qual è la data più o meno esatta della nascita di LOL?
La prima volta che fu coniata questa parola fu in Canada, durante gli Anni 80, da Wayne Pearson. Accadde quando un ragazzo disse qualcosa di molto divertente durante una videoconferenza e Wayne si ritrovò a “ridere a crepapelle”; fu in quel momento che venne usata per la prima volta la parola “lol“. L’utilizzo si sparse a macchia d’olio fino a quando non diventò veramente popolare nelle varie chat rooms online.
Oggi, spiega Wayne, vediamo molte varianti e ci si stupisce ogni giorno di come “LOL” appaia ovunque, anche dove non dovrebbe esserci. Il “vero” uso di LOL infatti è stato alterato; la gente a quanto pare lo usa anche quando ci potrebbe stare un semplice smile 🙂 o un “hahaha”.
Non poche volte, aggiunge, ha dovuto spiegare il vero e specifico significato della parola, purtroppo invano. Se avesse avuto anche la vaga idea di quanto la sua “invenzione” si sarebbe diffusa, avrebbe salvato la conversazione di quella videochiamata col suo amico.
Altri significati di LOL, tra videogiochi e (tanto) amore.
Oltre al significato riportato sul dizionario Oxford, dal momento della sua nascita ad oggi, l’acronimo LOL ha assunto nuovi significati, sia per quanto riguarda l’ambito degli SMS sia per quanto riguarda sigle per videogiochi.
Nel marzo del 2016, Kim Kardashian postò su Twitter una foto di lei completamente nuda e la didascalia esordiva con “Quando ti senti che “Non ho niente da metterti” LOL“. Al contrario di quanto si possa pensare, quel LOL non stava a significare Laugh Out Loud, ma bensì venne recepito come segno di punteggiatura, anche perché nella foto, la donna non accenna a un minimo di risata.
Si è inoltre ipotizzato che, oltre a riconoscerlo come segno di punteggiatura, si potesse tradurlo come una “strizzata d’occhio”.
In un articolo dell’Atlantic, scritto da Megan Garber, si cita uno studio fatto nell’estate 2015 da re dei social network, Facebook. Esso aveva l’obiettivo di studiare il modo in cui la gente rideva online e spiegava che circa il 15% degli utenti USA avevano una risata digitale nei sette giorni presi in analisi. Il 51% del totale erano degli “haha“, l’emoji che ride vinceva al secondo posto, e gli “hehe” arrivavano al 13,1% dei casi. Il LOL si era fermato a una percentuale di 1,9.
Un’altra occasione in cui LOL appare in una versione nuova del suo originale significato, riguarda l’ex premier britannico David Cameron, che si rivolge, tramite SMS, all’ex capo di New International, Rebekah Brooks, con un affettuoso LOL, ossia in questo caso Lots Of Love, una forma di saluto informale nei testi scritti.
Infine, un altro utilizzo di LOL avviene quando ci si riferisce al videogioco League of Legends, usato dai giocatori semplicemente per abbreviare il nome.
Nonostante sia presente soprattutto nel web, l’acronimo si sta espandendo anche in altri luoghi dove l’inglese è continuamente parlato, come pub, uffici e anche nelle scuole. Spesso è utilizzato anche con le sue varianti lolz e lolling.
Oltre a LOL, sono nate altre forme per indicare divertimento, come ROFL (Rolling On Floor Laughing, “rotolarsi a terra dalle risate”) e LMAO (Laughing My Ass Off, senza tanti giri di parole “pisciarsi sotto dalle risate”).
Articolo di Federica Fiordalice