Sembra davvero la volta buona,stiamo per dare una svolta “green” anche nel settore tessile, andando a produrre soluzioni 100% naturali…
L’importanza della biodegradabilita’
I prodotti, saranno completamente biodegradabili, quindi diciamo addio al sintetico, e prepariamoci ad una rivoluzione del tutto ecologica.
Un impatto enorme per quello che riguarda la salvaguardia dell’ambiente.
Basti pensare all’industria dell’abbigliamento, oppure quella prettamente tessile, dove, l’impatto ambientale è mostruosamente grande.
L’ emissione di gas nell’atmosfera e la produzione di rifiuti non hanno, purtroppo, per la loro creazione, un freno.
Dunque la biodegradabilita‘, in questo caso, giocherebbe una parte importantissima.
Il processo di biodegradazione
Il termine biodegradabile, sta a significare, che, un materiale, in questo caso, un tessuto, in un arco temporale molto basso, se disperso in natura, si decomponga in composti non inquinanti, grazie all’azione di enzimi e batteri.
La biodegradabilita è una “proprietà della natura”,e permette il regolare mantenimento dell’equilibrio ecologico del pianeta
Si stima che ad esempio, il cotone, abbia un tempo di decomposizione dai 3 ai 6 mesi, mentre una fibra sintetica, come può essere il nylon, ha un processo che potrebbe durare anche 40 anni.
Si punta, dunque, come obiettivo primario,all’estinzione totale del tessuto sintetico.
Ovviamente catalogato tossico per l’ambiente,visto la sua composizione “cattiva” e non degradable.
Il sintetico, dunque, sarà sostituito, da tessuti totalmente di composizione “eco” .
Quali sono i materiali biodegradabili?
Un materiale, per essere effettivamente biodegradabile, deve avere una composizione di materie naturali, ecologiche.
Si potrebbe stare qui per ore, ad elencare, prodotti biodegradabili in commercio. Basti pensare alle bustine per la spesa, quelle hanno un alto grado di biodegradabilita’.
Fiber orange
Quello che pero andiamo a vedere insieme oggi, è un progetto, sviluppato in Italia, un idea nata quasi per caso da Adriana Santanocito.
La stessa creatrice,afferma che, è stato possibile, unire due mondi decisamente diversi, come gli agrumi e la moda.
Sostenibilità e innovazione, che unite, alla qualità tipica del Made in Italy, danno forma alla “Fiber Orange”.
In pratica, vengono sviluppati tessuti e filari, attraverso la cellulosa delle fibre, scartate dopo la pressatura industriale, delle arance.
Oltre al dovere anche il piacere!
Una produzione, del tutto naturale,dove la fibra viene arricchita con olio essenziale di agrumi e trasformata in tessuto, con la funzione, oltre quella di coprire la pelle, di arricchirla, al contatto, con vitamine tipiche dei frutti in genere.
Un idea quindi fenomenale, perché potrebbe cambiare il mondo, dei filari e dell’abbigliamento, sommata poi, ai già tanti materiali biodegradabili, potrebbe dare una grossa mano in fatto di ecosostenibilita’.
Eppoi, diciamocela tutta…a chi non farebbe piacere indossare abiti che oltre a coprirti ti coccolano la pelle?