Quando nasce un bambino, nasce anche una mamma che deve affrontare, tra le varie novità, i cambiamenti del proprio corpo. Una delle parti che subisce maggiori trasformazioni in questo periodo della vita è il seno.
Come occuparsi del seno prima del parto?
Partiamo dal presupposto che cambierà in maniera definitiva, ma si può comunque cercare di limitare i danni. È essenziale iniziare a preservarlo già durante la gravidanza, utilizzando creme o oli che limitino le smagliature e continuare con prodotti appositi anche durante l’allattamento.
Sono altrettanto importanti anche creme nutrienti da usare nel capezzolo e nell’aureola che mantengano la parte morbida, questo può aiutare ad evitare la formazione delle ragadi nei primi giorni dopo il parto. Attenzione però che siano specifici per questo periodo, più naturali possibile e risciacquarli sempre prima della poppata.
Non farebbe bene al bambino entrare a contatto con queste sostanze. Ricordate di usare reggiseni della misura giusta e durante l’allattamento quelli specifici. Non sono molto sexy ma sicuramente non schiacciano creando fastidi. Ci sono alcune aziende di abbigliamento che hanno creato anche delle canotte con un buon sostegno, in modo tale che il reggiseno non serva.
I problemi principali che possono sorgere durante l’allattamento sono le ragadi e gli ingorghi.
Le terribili ragadi!
Sono dei piccoli taglietti molto fastidiosi, per lo più dovuti al fatto che il bambino non si attacca bene. È importante, infatti, fin da subito, stare attenti che il bimbo si attacchi al seno e non solo al capezzolo. Normalmente questo viene insegnato in ospedale da infermiere o ostetriche, ma se ciò non accade, si può cercare un’associazione o un riferimento al proprio consultorio per avere un aiuto. C’è chi utilizza anche dei copricapezzoli in plastica per aiutare il bambino ad attaccarsi nella giusta maniera.
Un oggetto utile per non dire necessario, sono i copri capezzoli in argento. L’azione antibatterica di quest’ultimo, infatti, permette alla zona arrossata o già con taglietti, di cicatrizzarsi al meglio.
Un’altra azione importante è mantenere pulita e asciutta l’aureola e il capezzolo. I batteri hanno meno modo di intaccare e la zona asciutta fa più fatica a screpolarsi.
In commercio poi, ci sono degli ottimi oli naturali da usare tra una poppata e l’altra, di solito è necessario risciacquarli ma ora ce ne sono alcuni che possono essere ingeriti dal neonato.
Una delle preoccupazioni di una mamma con ragadi, è se il bambino può avere disturbi nell’ingoiare l’eventuale sangue che può uscire da questi taglietti. Il neonato non avrà nessun problema, solo che la mamma dovrà avere tanta forza di volontà per riuscire ad allattare nonostante il dolore provocato dalla suzione.
Gli ingorghi!
L’ingorgo è uguale a quello che si forma nelle tubature del lavandino: un cumulo che ostruisce il passaggio, solo che in questo caso è il latte stesso che si è bloccato. Spesso questo è dovuto al fatto che il bambino ha mangiato meno del solito o che ha poppato più volte dalla stessa parte mentre l’altra è rimasta troppo a riposo ma il latte ha continuato a formarsi.
Come risolvere la situazione?
È bene attaccare il bambino da quella parte ma prima di tutto bisogna sbloccare l’ingorgo. I metodi della nonna sono molti, primo fra tutti l’acqua calda.
Mettete una bella bottiglia di acqua caldissima sopra l’ingorgo e massaggiate verso il capezzolo, anche schiacciandolo leggermente, in modo tale che il latte cominci a fuoriuscire.
Un altro metodo è prendere una bottiglia di vetro di quelle del latte o della passata di pomodoro, metterci dell’acqua calda, svuotarla e posizionarla in modo tale che il capezzolo sia all’interno, in questo modo l’effetto sotto vuoto farà uscire il latte.
Sembra magia, vero? Eppure questi vecchi metodi sono ancora quelli che funzionano di più.
Articolo di Erika Franceschini
Quello della bottiglia di vetro mi mancava.