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Genitori: i vostri bambini vanno resi felici o migliori?

Cari genitori, tutti (o quasi) tendete ad elogiare, come è giusto che sia, i vostri figli. Alcune volte però si scatena una gara a chi abbia il figlio migliore.

Ma è giusto? o sarebbe più opportuno pensare alla loro felicità?

Già nei primi mesi, il paragone con chi prende più latte, chi dice prima qualche parolina, chi cammina per primo, diventa frustante; poi crescono e iniziano ad andare a scuola, a nuoto, a lezione di musica, a canto o altro e il confronto aumenta.

Ma essere felici non preclude poter essere anche migliori.

Ognuno di noi è stato prima bambino e si sa ognuno ha caratteristiche e, se vogliamo, doti diverse. Non è detto che vostro figlio debba essere il primo della classe, probabilmente è capace in altro e questo lo rende felice.

Amate i vostri figli, siate il loro punto di riferimento, quando cadranno vi cercheranno, ma se non sarete di supporto forse non vi tenderanno la mano. Trasmettetegli valori, educazione, rispetto ma soprattutto amore, in primis verso loro stessi.

La felicità non è una meta, è un percorso.

Un esempio da seguire è quello della Danimarca, ha il clima freddo ma i bambini qui sono i più felici. Le mamme danesi hanno un metodo per renderli tali.

Jessica Joelle Alexander, giornalista laureata in psicologia e Iben Dissing Sandahl, psicoterapeuta, ed entrambe mamme, sono autrici del libro “Il metodo danese per crescere bambini felici ed essere genitori sereni ” pubblicato in diciannove Paesi e che ha scatenato anche un movimento sul web con thedanishway.com, in Italia in arrivo con Newton Compton.

Il libro spiega sei regole per avere una relazione ottimale genitori-figli.

Va ricordata la parola PARENT (che in inglese significa genitore) ma che è un acronimo da tenere presente.

P come PLAY (gioco): giocare è importante per i bambini, è così che sviluppano le proprie doti.

A come AUTENTICITY (autenticità): insegnamo ai bambini la sincerità in modo che riconoscano i propri limiti.

R come REFRAMING (ristrutturazione): creare “empatia” con i propri figli, in modo che si concentrino sulle loro capacità, guardando in primis al proprio vissuto.

N come NO ULTIMATUM (nessun ultimatum): essere più democratici, ed evitare punizioni.

T come TOGETHERNESS and HIGGYE (intimità e higgye che in danese significa pensare o sentirsi soddisfatti): stare insieme è importante per i bambini, in modo che si crei l’intimità e possano sviluppare l’higgye che servirà da adulti.

Genitori prendete spunto dal metodo danese, un bambino felice sarà un bambino, e un adulto, migliore.

Fonte: http://www.ansa.it/

 

Virginia Di Leone

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