Roma nasconde tra i suoi meandri un vero e proprio gioiello architettonico con palazzi e villini dal gusto unico, ideato dall’architetto fiorentino Gino Coppedè che agli inizi del XX secolo creò tanta magnificenza a Roma, e in tutta Italia.

Pur non essendo propriamente un quartiere, il “Quartiere Coppedè” è un luogo originale ed incantato, situato a Roma nella zona Trieste-Salario.

Questo luogo è noto per essere stato scelto come set cinematografico di molti film noir. Il Quartiere Coppedè insomma, è un vero e proprio viaggio tra architettura, arte, storia e magia.

Tra le varie influenze che hanno ispirato Coppedè, troviamo sicuramente l’Art Nouveau (arte nuova), nota in Italia con il nome Liberty (stile floreale), che si sviluppa tra fine ‘800 ed inizio ‘900 influenzando la pittura, l’architettura e la letteratura.


Gli artisti dell’Art Nouveau selezionarono e modernizzarono alcuni tra gli elementi del Rococò (uno stile ornamentale sviluppatosi in Francia nella prima metà del ‘700 come evoluzione del tardo barocco), prediligendo la natura come fonte di ispirazione e stilizzandone gli elementi più floreali.

Gli stili architettonici e artistici scolpiti nel quartiere sono numerosissimi: se si presta attenzione si potranno notare addirittura le influenze dell’arte greca, barocca e medievale.

Gino Coppedè iniziò a progettare questo quartiere nel 1915, e durante l’avvento del fascismo fu costretto a cambiarne diverse caratteristiche. Il “duce”, Benito Mussolini, aveva richiesto all’architetto di inserire alcuni elementi che rimandassero allo stile dell’Impero Romano, in modo da realizzare un quartiere insolito e affascinante ma allo stesso tempo imponente. Ne è un esempio il grande arco che fa da ingresso al quartiere, che rimanda agli archi di trionfo con il suo marmo travertino (materiale prediletto dai romani).

MA LE SCOPERTE NON FINISCONO QUA

Dal connubio stilistico nascono opere uniche da non perdere, come:

La Fontana delle Rane (1924) situata al centro della piazza Mincio, che include  12 rane, ed è un omaggio all’arte barocca della fontana delle tartarughe di piazza Mattei, ideata da Giacomo della Porta, e portata a termine da Bernini
-Il palazzo del ragno che prende il nome dalla decorazione sul portone di ingresso
I villini delle fate (1924-26) in cui ogni facciata è interamente dedicata al mito di Firenze, Roma e Venezia. Per la facciata di Firenze (città natale di Coppedè), si possono riconoscere le figure di Dante e Petrarca e in un’altra parte della stessa si può osservare un dipinto che raffigura anche la chiesa di S. Maria del Fiore e il Palazzo della Signoria con la scritta: “Fiorenza bella”.
-Il palazzo senza nome oppure detto “Ospes Salve” è  così chiamato per la scritta che nell’atrio dà il ben venuto al visitatore
-e il grande lampadario in ferro battuto situato sotto l’arco di ingresso che unisce le due ambasciate (torri)

Che dire! la fantasia e l’originalità di questo posto hanno reso il quartiere Coppedè un posto unico al mondo e sicuramente uno dei posti più suggestivi da vedere a Roma.

Insomma, nel passeggiare all’interno delle vie del mini-quartiere, ci si sente avvolti da un’atmosfera quasi fiabesca. Per questo noi di The Web Coffee lo consigliamo come meta turistica a tutti i nostri lettori.

quartiere-coppedè-1-960x700 Roma Fiabesca: Il fascino del quartiere Coppedè
Pagina ig di Romeonfoot
ingresso al quartiere Coppedè

Fonte: http://La storia di un quartiere poco noto a Roma: il quartiere Coppedè

Articolo di Giulia de Santis

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