Il 21 Marzo, Giornata Mondiale della poesia, ricorre l’ anniversario della nascita di Alda Merini nota poetessa milanese del secolo scorso.

La Giornata Mondiale della Poesia è stata istituita dalla XXX Sessione della Conferenza Generale Unesco nel 1999 e celebrata per la prima volta il 21 marzo seguente.

Tramite l’istituzione di questa Giornata “si riconosce  alla poesia un ruolo privilegiato nella promozione del dialogo e della comprensione interculturali, della diversità linguistica e culturale, della comunicazione e della pace”.

La data prescelta per la ricorrenza, è il giorno che, per convenzione, indica l’inizio della primavera ( anche se per esempio nel 2019 l’equinozio si è verificato nella serata del 20 Marzo). 

Vi è però anche un’altra singolare coincidenza, il 21 Marzo 1931 nacque infatti anche una delle poetesse italiane più note e amate: Alda Merini.

Alda Merini e la poesia

Per comprendere il punto di vista letterario di questa donna complessa potremmo partire da una frase da lei scritta ne “Poeti lavorano di notte”

Ma i poeti, nel loro silenzio, fanno ben più rumore di una dorata cupola di stelle

In una sola frase possiamo rilevare gli aspetti fondamentali della poesia secondo Alda Merini. A suo avviso infatti tramite i versi, era possibile esprimere concetti, comunicare, far riflettere e, grazie a questa capacità di raggiungere la parte profonda degli esseri umani, poter in qualche modo influire sulle reazioni e sugli eventi.

La donna Alda Merini

E’ doveroso ricordare che la donna da noi tutti conosciuta ed apprezzata per la sua opera poetica non ebbe una vita semplice, tutt’altro.

Visse gran parte della sua esistenza in povertà e in indigenza.

A soli dodici anni, dopo la distruzione della sua casa a Milano, si trasferì a Vercelli dove lavorò nelle risaie per mantenere non solo sè stessa ma anche la madre ed il fratellino appena nato.

Si sposò a soli diciotto anni con un operaio che non comprese mai le velleità artistiche della moglie.

Ebbe quattro figlie che le furono tolte a causa delle sue condizioni psichiche instabili ma che la amarono profondamente ( a tal proposito vi consigliamo la lettura della parte bibliografica del sito ufficiale  ). Fu ricoverata più volte in ospedali psichiatrici e anche dopo il 1986 , quando divenne celebre, rimase fedele a sé stessa ed al suo modo “originale” di vedere il mondo.

 

 

Sono nata il ventuno a primavera

Sono nata il ventuno a primavera
ma non sapevo che nascere folle,
aprire le zolle
potesse scatenar tempesta.
Così Proserpina lieve
vede piovere sulle erbe,
sui grossi frumenti gentili
e piange sempre la sera.
Forse è la sua preghiera.

(da “Vuoto d’amore”)

 

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *