Le origini degli Etruschi
Sin dai tempi più remoti le origini degli Etruschi sono state argomento di discussione.
Gli etruschi, e la loro civiltà, ebbero un notevole impatto nella storia d’Italia e d’Europa, prima dell’avvento di Roma in epoca premoderna. Sì, perché, ebbero la capacità di influenzare in maniera significativa la civiltà romana, prima di venirne completamente assimilata nel 396 a.C. dopo la conquista di Veio da parte dei Romani.
Secondo alcuni studiosi lo stesso nome Roma sarebbe di origine etrusca: deriverebbe da rum che significa fiume. Gli Etruschi diedero molto ai Romani nella cultura e nella tecnica; furono i primi ingegneri edili ed architetti ad aver insegnato ai Romani a costruire gli archi e gli acquedotti.
Per gli storici antichi, gli Etruschi sarebbero una popolazione di stirpe italica, che risiedeva nella penisola già dalle epoche più remote. Per la storiografia moderna gli Etruschi erano gruppi provenienti dal Mediterraneo orientale, portatori di una civiltà tecnicamente e culturalmente evoluta. Si fusero verso il X secolo a.C. con la popolazione italica residente, dando vita ad una nuova civiltà.
I romani li chiamavano “Tusci”, i greci “Thyrrhenoi”, altri popoli li conoscevano sotto il nome di “Tyrsen”. Essi stessi, invece, si riconoscevano sotto il nome di “Rasnakh”, dagli storici “Rasenna”.
Noi li chiamiamo come Etruschi, e la loro nazione come Etruria.
Territorialmente hanno occupato zone come la Lombardia, il Veneto, la Liguria, la Pianura Padana, la Toscana, le Marche e la Campania. Ma solo una era “la terra sacra”, ossia la parte dell’Italia centrale compresa tra i fiumi Arno e Tevere, e la costa Tirrenica. Tuttavia, le città-stato furono sconfitte una ad una, ciò accadde perché queste essendo prive di una identità nazionale, non riuscirono a coordinare una resistenza efficace.
La loro provenienza tuttavia, rimane ancora un mistero irrisolto. Per risolvere il dilemma dell’origine degli Etruschi sarebbe sufficiente riuscire a comprendere la loro lingua che purtroppo, fino ad oggi, risulta ancora incomprensibile.
Cultura e Religione
La religione e l’arte etrusca vennero influenzate dai Greci, lasciando i suoi sedimenti in quella romana.
La concezione base della religione etrusca, e di tutta la loro concezione della vita, ruotava intorno al divino. Gli Etruschi erano politeisti e credevano nell’interpretazione dei segni. Qualsiasi fenomeno naturale, altro non era che l’espressione della volontà divina, un segnale che la divinità inviava all’uomo e che questo doveva decifrare e rispettare.
Insomma, gli Etruschi furono considerati i maggiori esperti nell’arte divinatoria. Per loro tutto era sacro, tutto aveva un significato.
La civiltà Etrusca, che raggiunse il punto di massimo splendore nel IV secolo a.C., era caratterizzata da un altissimo livello artistico visibile in opere come il sarcofago degli sposi e la lupa di bronzo.
Le necropoli
Famosi soprattutto per l’arte sepolcrale, gli etruschi crearono dei veri e propri capolavori che ancora oggi ci stupiscono. Tra le città-stato più famose di questo popolo, in quanto divenute patrimonio dell’Umanità Unesco nel 2004, troviamo Cerveteri e Tarquinia con le loro necropoli.
Le necropoli erano delle vere e proprie città. Le due necropoli del Lazio settentrionale sono tra i primi esempi di nuclei sepolcrali esistenti in Italia. Le tombe delle due necropoli hanno caratteristiche molto diverse tra loro in riferimento sia al periodo sia al sistema di sepoltura.
La necropoli di Cerveteri, nota come la necropoli della Banditaccia, si è sviluppata dal IX secolo a.C. Le tombe appartenenti al vasto sito archeologico di Cerveteri sono migliaia, organizzate in un piano urbanistico, simile a quello di una città con strade, piazzette, e quartieri.
La loro tipologia varia in relazione al periodo storico, e allo status della famiglia in cui appartenevano.
Tra gli esempi più rappresentativi di queste, c’è la Tomba Dei Vasi Greci, la Tomba Della Cornice e la Tomba Dei Capitelli, che, con un tetto piano avente una struttura a travi di legno, riproduce fedelmente quello delle abitazioni.
Tuttavia la più famosa delle migliaia è la Tomba Dei Rilievi, risalente al IV secolo. Questa è accessibile attraverso una lunga scalinata scavata nella roccia che porta a una grande sala con un soffitto sorretto da due colonne con capitelli eolici. Comprende 13 nicchie funerarie matrimoniali di stucco dipinto con cuscini rossi, oggetti di uso domestico ed animali; offre un vero spaccato di vita quotidiana di un’agiata famiglia etrusca del IV e III secolo a.C..
La necropoli di Tarquinia, nota come la necropoli dei Monterozzi, è famosa per le sue tombe dipinte, ricavate nella roccia e accessibili da corridoi inclinati o gradini. La maggior parte di esse sono state costruite per una sola coppia e costituiscono una camera sepolcrale. Le prime tombe dipinte, sono del VII secolo, ma solo dal VI secolo esse sono state completamente affrescate.
Tra le varie tombe troviamo: la Tomba delle Leonesse con affreschi di uccelli e delfini. La Tomba della Caccia e della Pesca che è una delle più famose e studiate ed è composta da due camere. Queste due camere hanno, nella prima una rappresentazione di danza dionisiaca in un bosco sacro, e nella seconda una scena di caccia e pesca insieme ai ritratti dei proprietari della tomba.
Per maggiori informazioni visitare i siti della necropoli di Cerveteri e Tarquinia:
https://www.comune.cerveteri.rm.it/turismo-e-cultura/le-necropoli/la-banditaccia
http://www.necropoliditarquinia.it/
Articolo di Giulia de Santis