Sembrava una domenica normale, tipicamente sonnecchiosa senza nessuno scontro social in atto.
Corona non parla più, i Ferragnez sono il prototipo della famiglia perfetta, Belèn e Stefano non rilasciano dichiarazioni e la noia inizia a fare capolino.
Poi finalmente un barlume di speranza: il popolare attore canadese Jim Carrey, disegna una vignetta e la pubblica sul suo profilo Twitter. Il disegno raffigura il Duce e Claretta Petacci appesi a testa in giù, con la didascalia “Se vi chiedete a cosa porti il fascismo, questa è la risposta”.
Una vignetta satirica contro il Presidente Trump, che ha scatenato le ire dell’europarlamentare, nonché nipote del Duce, Alessandra Mussolini che risponde con un serafico “You are a bastard”
E la cosa ci lascia basiti. La donna è nota per la sua tranquillità, la sua pacatezza e il suo sapersi confrontare con gli altri. Ci stupisce che reagisca male, davvero non ce lo aspettavamo.
Nasce così un siparietto social, in cui la donna elenca tutte le brutture commesse nei secoli dagli Stati Uniti. Una sorta di occhio per occhio, peccato che Carrey sia canadese. Ma è un dettaglio, che dev’essere sfuggito alla Mussolini.
Jim Carrey non ha ancora risposto alla nipote del Duce, che ha battibeccato con altri tra cui anche Chef Rubio, che si è complimentato con l’attore canadese per la vignetta.
La diatriba, quindi, potrebbe non essere ancora finita, anche perché col fuso orario si rallentano molto le cose.
Siamo al solito punto: la satira è crudele o no? La vignetta rappresenta un fatto storico vero, e Carrey l’ha utilizzata come monito. Dall’altra parte è comprensibile che un familiare si risenta se un lutto privato (anche se vissuto indirettamente, viso che Alessandra Mussolini è nata molti anni dopo la morte del nonno) viene utilizzato in maniera pubblica come spauracchio.
Da sempre si dibatte sull’uso della satira, se sia utile, se debba essere limitata o se invece debba essere libera di provocare, e le risposte sono tutte diverse e contrastanti.
La risposta, forse, non esiste o forse sta nel fatto che la satira debba dividere e far discutere per natura. Nel frattempo che riflettiamo su questo argomento, attendiamo un’altra puntata dell’avvincente scontro tra la Mussolini e Carrey. Magari ne esce qualcosa di divertente.