Non importa il vestito che indossi, il grado di istruzione, il sesso o il Paese di appartenenza. Importa il coraggio, la voglia di combattere per raggiungere un determinato obbiettivo. Questa è la storia di Malala Yousafzai
Una ragazza pakistana di soli 17 anni che, con la sua grande forza di volontà, è stata in grado di dar voce a chi non ne ha mai avuta una.
Malala, da tempo, si batte per i diritti civili delle ragazze nei paesi musulmani
Ed è diventata una delle attiviste più conosciute al Mondo. Del resto, però, si sa, una donna pakistana che si esprime pubblicamente può suscitare gran timore e fastidio, soprattutto se i campi di interesse sono la condizione, l’istruzione e l’educazione femminile.
Malala, infatti, nel 2012 ha subito un duro attacco fisico dai talebani del Pakistan, poiché considerata responsabile della diffusione del cosiddetto “secolarismo” nella zona.
Una ragazza di soli 17 anni si è resa, agli occhi di tutti, partecipe di “oscenità” contrarie ai dettami dell’Islam che andavano assolutamente fermate. Nessuna paura, però, nessun timore nel cuore di Malala, ma soltanto una gran fierezza nello sguardo.
“Se pensavano di farmi tacere con l’uso dei proiettili, non ci sono riusciti”.
Davanti a tutta l’Assemblea della gioventù delle Nazioni Unite, nel 2013 Malala tenne uno dei suoi più importanti discorsi in pubblico.
Il suo intervento, da cui raccolse un grande consenso di massa, era soprattutto incentrato sulla condizione femminile nel suo Paese. Il culmine di questo suo successo si ebbe nel 2014, quando le venne assegnato il Premio Nobel per la pace.
Il femminismo di Malala: un Mondo unito dall’ uguaglianza di genere
Da quanti, ancora, la parola femminismo viene considerata “difficile” da comprendere in materia di diritti? Secondo la nostra eroina (di nome e di fatto) delle donne, non c’è niente di male nel definirsi femminista, che è solo un’altra parola per definire l’uguaglianza
L’attivista pakistana, dunque, esorta le donne a “cambiare il mondo” da sole – soprattutto in materia di istruzione- senza attendere alcun sostegno aiuto esterno.
Le donne devono capire che le loro voci sono troppo importanti per i cambiamenti che vogliono vedere. Malala ha iniziato a parlare al mondo quando aveva solo 11 anni, e senza sapere se e quando qualcuno l’ avrebbe ascoltata.
Il cambiamento è, dunque, possibile. Non bisogna diventare per forza primi ministri o presiedere consigli di amministrazione per cambiare le cose. Ognuno di noi può cambiarle, in qualsiasi momento e ad ogni età; ogni nostra azione può avere un impatto, basta avere coraggio.
Milena Vittucci