Dopo la Battaglia di Grande Inverno, nella quale abbiamo visto tanti cadere, è arrivata l’ora della resa dei conti. Chi si siederà sul Trono di Spade? Vediamo la recensione di questa quarta puntata.
Siamo arrivati alla quarta puntata dell’ultima stagione di Game of Thrones e la fine si fa sempre più imminente; abbiamo superato il giro di boa e, adesso, devono essere tratte tutte le conclusioni.
Dopo la battaglia di Grande Inverno della scorsa puntata, dove abbiamo visto, finalmente, la morte del Re della Notte, per mano di Arya, la guerra continua.
Questo quarto episodio, che s’intitola “Gli Ultimi Stark”, inizia coi festeggiamenti per la grande vittoria. Nonostante le grosse perdite, sia per quanto riguarda gli eserciti e sia per quanto riguarda le persone care, la guerra contro il Re della Notte è stata vinta.
Vediamo i protagonisti, come Sansa, Danerys, Jon e Verme Grigio, bruciare le pire funerarie, che raccolgono i corpi dei caduti: ognuno di loro ha perso qualcuno che amava e che non potrà più tornare indietro.
Poi, iniziano i meritati festeggiamenti: era forse dalle prime stagioni che non vedevamo un numero così grande di personaggi riunito e, soprattutto, felice.
Ma si aggira un’ombra sulla felicità di Grande Inverno (e no, non è il bicchiere di Starbucks): Daenerys, la Madre dei Draghi, la quale, finita la battaglia, brama ancora il trono, ma si ritrova di fronte alla consapevolezza che non è più la Regina tanto amata dell’inizio; ora, ad essere amato e voluto sul Trono, è Jon Snow, effettivamente il legittimo erede al Trono di Spade, benvoluto da tutti, anche dal Popolo Libero, come dice Tormund.
Danerys inizia a comportarsi come il padre e viene fuori, sempre più in maniera evidente, la vena di follia ereditata da lui, ma, soprattutto, la sua sete di potere. Difatti, gioca la carta dell’amore con Jon, per supplicarlo di non dire a nessuno della sua vera identità e dà Capo Tempesta a Gendry, nominandolo Lord Baratheon.
Qui vediamo anche un ingenuo Gendry che dichiara il suo amore per Arya, chiedendola in sposa e di diventare la sua lady: riprendendo un dialogo della prima stagione, tra la stessa Arya ed il padre Ned, “Arya non sarà mai una lady” e lascia andare Gendry.
Finalmente, quella tensione sessuale che vediamo da diverse stagioni, tra Jamie e Brienne, si compie e consumano il loro amore, così Jamie dimostra di aver apparentemente dimenticato la sorella Cersei.
I superstiti decidono di andare finalmente ad Approdo del Re, ma prima della partenza, è il momento di alcuni addii: Tormund torna oltre la Barriera e porta con lui Spettro e Sam rimane a Grande Inverno con Gilly, che aspetta loro figlio.
Prima della partenza di Tyrion, lui e Jamie ricevono la visita di Bronn, il mercenario che Cersei aveva assoldato per uccidere i suoi due fratelli, se non fossero morti nella battaglia di Grande Inverno, anche se grande amico di entrambi.
Un ritorno sorprendente che mette i due fratelli Lannister in riga: se Bronn non otterrà quello che vuole, li ucciderà.
Mentre Jon va con la cavalleria, la flotta e Daenerys coi suoi due draghi si muovono verso Approdo del Re, ma un agguato da parte della flotta Greyjoy li prende alla sprovvista e distrugge la maggior parte delle navi ed uccide uno dei draghi di Daenerys, prendendo anche Missandei come ostaggio, ormai nelle mani di Cersei.
È in atto una guerra fredda tra le due Regine: Danerys ormai non è più una fredda calcolatrice, agisce d’impulso, vuole uccidere Cersei e vuole il trono, ad ogni costo. È ragionevole, infatti, il dialogo tra Varys e Tyrion, ormai a conoscenza della vera identità di Jon (Sansa, infatti, non ha mantenuto il segreto, nonostante lo abbia giurato a Jon). I due si chiedono se Danerys sia veramente la scelta più giusta per guidare i Sette Regni e se, invece, non sia Jon a dover sedere sul Trono di Spade, nonostante non abbia voglia di prendere il potere.
Rivediamo il Varys delle vecchie stagioni: freddo e calcolatore, più fermo di Tyrion, la cui mente è offuscata dall’amore provato per la Regina dei Draghi.
Cersei, dal canto suo, fa entrare il popolo nelle mura: la Regina dei Draghi non potrà far fuoco sulla popolazione per ottenere il Trono, altrimenti verrebbe meno la sua promessa di essere la liberatrice delle catene del popolo.
Finalmente c’è l’incontro fra le due Regine: Danerys con una piccola delegazione di Immacolati, Tyrion e Verme Grigio; Cersei si trova sulle mura e guarda la sua avversaria dall’alto, vicina alla Montagna ed a Missandei imprigionata.
Tyrion prova a far leva sull’amore che Cersei prova per i suoi figli, che supera ogni altra cosa. Ma Cersei non si lascia impietosire, rifiuta l’offerta di Daenerys di aver salva la vita in cambio del trono e decapita Missandei, la quale, prima di morire, grida “Dracarys”.
Dopo le tante emozioni della scorsa puntata, questa quarta punta è più scarna di azione, ma si rifà ai vecchi fasti della serie, quando al centro delle vicende, non c’era la lotta per la sopravvivenza, bensì, la lotta per il trono.
In questa puntata vediamo Daenerys mostrare la sua vera natura: la Regina dei Draghi non è più la regina amata da tutti, non è più il simbolo di quella liberazione che vedevamo all’inizio. Daenerys è pazza di rabbia, è arrivata ad agire d’impulso ed a commettere errori che allontaneranno i suoi alleati, proprio come Varys, che sembra fare marcia indietro.
Vediamo Cersei, fiera e sicura ad Approdo del Re, ma un piccolo dettaglio potrebbe rompere la sua serenità: il discorso di Tyrion menziona il figlio aspettato da lei, che Cersei dice a Euron, di aspettare da lui, così da mantenere la loro alleanza. Ma Tyrion sa benissimo che il figlio che aspetta la sorella è sempre di Jaime e ci tiene farlo sapere al suo prezioso alleato.
Vediamo Jaime lasciare il nido d’amore con Brienne, dicendole di essere “spregevole” ed è questo che lo fa essere vicino a Cersei. Lo Sterminatore di Re riuscirà a distaccarsi dalla sorella ed a ucciderla, come vuole la profezia o tornerà sotto la sua influenza?
Sansa, dal canto suo, nonostante tradisca il giuramento fatto a Jon, rivela la sua identità a Tyrion, facendo germogliare in lui il seme del dubbio. Ditocorto le ha insegnato a prevedere tutto ed ormai Jon, seppur parte della sua famiglia, diventa un mezzo per togliere il potere alla Regina dei Draghi.
Siamo arrivati alle battute finali, tutte le nostre supposizioni e le nostre teorie avranno una risposta nelle prossime due puntate.
Tolto il Re della Notte, la battaglia si combatte fra umani ed è una battaglia per il trono che avrà presto una fine.
Fate le vostre scommesse: siamo giunti quasi alla fine e scorreranno fiumi di sangue.
Ecco il promo della prossima puntata:
https://www.youtube.com/watch?v=kbMFMi_T1Ik