Chiudere una relazione non è sicuramente come “bere un caffè”, tuttavia per rispetto del partner e del tempo investito nella storia, è giusto mettere in chiaro l’intenzione di porre fine al rapporto e parlare a cuore aperto dei motivi della rottura.
Con l’avvento dei social network si tende spesso a evitare il contatto diretto con la persona, nascondendosi dietro a un computer o uno smartphone, che offrono una soluzione facile, veloce e indolore alle più spinose questioni amorose.
Per uscire dalle relazioni senza dover affrontare discussioni, i partner vigliacchi delegano lo scomodo compito ad amici, inviano un messaggio o, come Berger in “Sex & the city”, decidono di darsela a gambe in piena notte, lasciando la Carrie di turno con un eloquente post-it: “I´m sorry, I can’t, don’t hate me”(scusami, non ce la faccio, non odiarmi).
Oltre a queste vili manovre ampiamente usate e già consolidate nella società (ma non per questo meno condannabili), si stanno facendo largo nuovi comportamenti sociali altrettanto negativi: i cosiddetti “ghosting” e “orbiting”.
Ghosting
Come già suggerisce la parola, chi ricorre alla tattica del ghosting, sparisce dalla relazione come un fantasma.
Si prova a contattare la persona con messaggi, chiamate e email, il tutto senza successo, perché il nostro partner si è ormai volatilizzato nel nulla senza alcun preavviso e, in più, senza alcun motivo apparente.
Non importa quanto la storia andasse a gonfie vele e quante promesse e dichiarazioni di amore eterno il partner vi abbia fatto: da un giorno all´altro lui/lei vi blocca sui social e scompare dalla vostra vita senza lasciare traccia.
Se siamo così sfortunati da vivere in prima persona il ghosting, sperimenteremo un immenso senso di rifiuto e di abbandono, nonché un calo di autostima non indifferente, che ci porterà a dubitare di noi stessi, delle nostra qualità e delle esperienze vissute nella relazione appena stroncata.
Orbiting
Mentre nel ghosting il partner vi taglia completamente fuori dalla sua vita social e non, nell´orbiting la storia viene sì villanamente interrotta, ma si lasciano aperte delle porte per far comunque sentire alla persona lasciata la propria presenza.
Il colpevole continua quindi ad orbitare (da qui il termine “orbiting”) nel mondo dell´altra persona attraverso i social network: mette like alle sue foto e ai suoi post, ammira le sue story su Instagram e Facebook.
In poche parole, nonostante abbia chiuso la relazione, l’orbiting partner continua a mantenere un controllo subdolo sull altro, così da creare terreno fertile per un eventuale comeback nella vita della propria vittima.
Così facendo, non si crea una netta separazione necessaria ad accettare e a metabolizzare la fine della storia e la persona che subisce l’orbiting si ritrova in una profonda situazione di confusione e insicurezza.
Nel caso in cui si subisca una manovra di orbiting o ghosting, bisogna sforzarsi di essere razionali e pensare che, chi ci ama, non ha bisogno né di espedienti ambigui, né di ritirate codarde; bloccare ogni contatto sui social e pensare a ricostruire l’autostima intaccata sono atti d’amore che ogni persona dovrebbe compiere dopo questa traumatica esperienza.
Virginia Ripani