Ted Bundy: tra film e realtà. Chi era il serial killer più insospettabile d’America?
Il 9 maggio 2019, nelle sale italiane è uscito il film Ted Bundy-Fascino Criminale, con Zac Efron e Lily Collins.
Ma chi era davvero Ted Bundy?
Com’è nata la mente sociopatica di Bundy?
Theodore Robert Bundy, nasce nel 1946 a Burlington, nel Vermont. Gli investigatori non scoprirono mai la vera identità del padre. I nonni lo crebbero come un figlio, ma quando divenne grande, scoprì che la sua vera madre era in realtà, quella che ha sempre pensato essere sua sorella maggiore.
Inoltre, il nonno (considerato un padre da Ted), picchiava la moglie ed era un uomo molto violento.
Forse fu questo risentimento, insieme al clima violento in cui era cresciuto che aiutò a creare l’odio per le donne e la mente sociopatica che lo caratterizzava.
Gli omicidi
Ted Bundy venne accusato dell’omicidio di circa trentasei giovani donne. Probabilmente ne aveva uccise molte di più, ma non sono mai riusciti a scoprire quante di preciso.
Era solito attirare le sue vittime, utilizzando il suo fascino che gli permetteva di conquistare la loro fiducia.
Talvolta impersonava un personaggio bisognoso d’aiuto, per attirarle. Il suo metodo di aggancio è molto simile a quello illustrato nel film “Il silenzio degli innocenti“, dove il killer Buffalo Bill fingeva di aver bisogno di aiuto.
Bundy, poi, aggrediva le sue vittime, le stuprava e le uccideva.
Molte, volte, entrava in abitazioni, confraternite, stuprava e picchiava le ragazze a morte.
Era un uomo senza alcun rimorso e come se non bastasse, l’omicidio, per lui non era abbastanza. Molte volte ritornava sulle scene del crimine, per stuprare i cadaveri, finché era possibile.
Inoltre, decapitò dodici delle sue vittime e tenne le loro teste come trofeo.
Ann Rule, conoscente personale e autrice della biografia di Bundy, lo definì: “Un sadico sociopatico che traeva piacere dal dolore altrui e dal senso di potere che provava verso le sue vittime, sia quando stavano per morire, che dopo“.
Era un uomo che odiava le donne, eppure era riuscito a farsi amare da alcune di loro in modo devoto e ossessivo grazie alla sua copertura.
Davvero incredibile.
Il biglietto d’oro di Bundy
Si dice che tutti i serial killer abbiano un biglietto d’oro. Ovvero, una persona che vorrebbero tanto uccidere, ma non lo fanno. Così, scelgono accuratamente vittime con gli stessi connotati del biglietto d’oro.
Nel caso di Ted Bundy, il biglietto d’oro era Stephanie Brooks, una ragazza che lo aveva lasciato al college.
Lei era la sua ossessione, il suo “primo amore”, nonché la sua prima esperienza in campo sessuale.
Ted ne era ossessionato, tanto da riconquistarla, per poi lasciarla come lei aveva fatto con lui.
Tutte le vittime assomigliavano a Stephanie: snelle, capelli neri e riga in mezzo.
Tutte quante gli ricordavano la donna che lo aveva scaricato.
Ted era affascinate, apparentemente dolce e soprattutto, insospettabile.
Queste caratteristiche crearono intorno a lui, durante il processo, una folla di groopie innamorate di lui.
Il che è davvero assurdo. Moltissime erano ossessionate da lui, nonostante quello che aveva fatto. Molte dicevano di amarlo, di essere convinte che lui fosse innocente.
Eppure le prove c’erano e anche molte.
Il 17 gennaio 1989 fu proclamata la sentenza definitiva di morte.
Il 24 gennaio 1989, Theodore Robert Bundy fu giustiziato con una scarica di oltre 2.000 Volt, che attraversò il suo corpo per dieci minuti.
Le sue ceneri, in seguito furono sparse sulle Taylor Mountains, dove molte sue vittime erano state ritrovate.
Alice Marcotti