Il colosso italiano Prada, quotato ad Hong Kong, ha fatto una scelta animalista, evitando di produrre capi con pellicce di animali. Dal 2020 verranno usati solo materiali alternativi.
Una scelta di rispetto verso gli animali, dalla collezione primavera/estate 2020 stop a pellicce; anche Prada sceglie il fur free. Da qui l’accordo tra la Ffa ( Fur Free Alliance network che opera in quaranta paesi e comprende circa 50 organizzazioni) LAV (lega antivivisezione) e The Human Society of United States.
Miuccia Prada ha affermato:
E’ un cambiamento importante anche a livello sociale, dove lusso ed etica sono sulla stessa linea; sono tante le case di moda che scelgono il fur free. Tra i marchi più noti ci sono: Giorgio Armani, Versace, Burberry, Michael Kors, Ralph Lauren e Gucci.
Possiamo fare scelte sia fur free che cruelty free per il rispetto degli animali.
Cosa è il fur free e cruelty free?
- Il fur free vuole la moda sostenibile, senza appunto l’uso di pellicce di animali ( da allevamento o catturati ). Usare pellicce è una crudeltà ma ha anche un impatto ambientale, un alto tasso di inquinamento. Le sostanze usate per trattarle, oltre ad avere un impatto ambientale, risultano anche carcerogene. Per l’ecosistema l’uccisione di specie in via di estinzione è un danno.
- Il cruelty free è invece la scelta di non testare o sperimentare sugli animali, in campo di cosmetica, prodotti per l’igiene. E’ cruelty free se nessun ingrediente è testato sugli animali; questi prodotti hanno la dicitura o il logo che attesta l’essere cruelty free.
L’ambiente ha bisogno di essere tutelato, infatti oggi il rispetto della terra è diventato un tema molto discusso, in quanto la terra risente dell’uomo che nel corso degli anni l’ha sfruttata troppo. Gli animali anche essi abitanti di questo pianeta sono stati anche loro nel tempo troppo sfruttati dall’uomo, forse è il caso che iniziamo a rispettarli, tutti nel nostro piccolo possiamo farlo con scelte etiche.
Fonte: corriere.it ; vestilanatura.it
Virginia Di Leone