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L’ Italia in rosa del calcio sbarca su Rai1

Il cammino delle donne verso la conquista dei propri diritti, della propria dignità di “esseri umani normali” e non di “esseri inferiori” come la storia spesso ci ha raccontato, è stato (o lo è ancora) lungo: dal voto, ai diritti di essere liberamente donna, madre, al diritto allo studio. Un cammino che si arricchisce di nuove tappe, l’ultima conquistata in questi giorni, dalla Nazionale italiana di calcio femminile ai Mondiali che si stanno tenendo in Francia.

Fonte: Corriere.it

Un gruppo di ragazze forti e determinate, capitanate dalla coach Milena Bertolini, che hanno portato e continuano a portare avanti la loro passione, quella per un sport che nell’immaginario comune è da sempre considerato lo sport maschile per eccellenza.

Un traguardo sudato sul campo, tra allenamenti, partite con le rispettive squadre (Juventus, Milan, Inter, Lazio…sì, proprio come quelle maschili), campionati, coppe, ed ora la Nazionale, e i Mondiali, che per ora vedono Sara Gama e compagne in testa al loro gruppo (il gruppo C) con due vittorie stratosferiche, contro Australia (2-1) e Giamaica (5-0) .

Questa sera “le Figlie d’Italia” (come sono state ribattezzate) sono pronte nuovamente a metterci tutta la grinta e l’affiatamento che hanno dimostrato finora contro il Brasile, e pronte ad una nuova conquista per il calcio femminile (soprattutto italiano), uno sport fino ad ora poco considerato in Europa.

Per la prima volta, infatti, la partita della Nazionale femminile verrà trasmessa su Rai1.

Un enorme traguardo non solo sportivo, ma anche e soprattutto sociale e culturale, come dichiarato anche dalla stessa ct Bartolini:

Andare su Rai 1 alle nove di sera è qualcosa di storico, è molto importante per tutto il movimento, perché fa avvicinare sempre di più gli italiani a noi. Ha grande rilevanza in termini sociali e culturali».

Soprattutto culturale, dal momento che, come già accennato, in Italia più che in altre nazioni, il calcio femminile nella storia è sempre stato considerato un “spettacolo indecente”, tanto che nel 1933, il regime fascista agli albori, vietò alle ragazze di giocare a calcio pubblicamente, favorendo altri sport più adatti al genere femminile: dall’atletica leggera, al fioretto per la scherma, e poi pattinaggio artistico, la ginnastica collettiva, alcune prove di nuoto e il tennis.

Un pregiudizio che non ha impedito alle giocatrici di allora di lottare, e alle giocatrici di oggi di portare in alto fiere questa “bandiera” della Nazionale.

Di donne del pallone che non sono solamente le cosiddette “wags” che urlano e applaudono i propri compagni sugli spalti, ma anche donne che corrono sul campo, combattono per ogni pallone, difendono la porta ma anche la sfondano a suon di goal.

Forza azzurre!!!

SITOGRAFIA:

Corriere.it

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