Noi vogliamo ricordare Andrea Camilleri così
Caro papà,
Sui giornali si legge che Andrea Camilleri è scomparso. Questi sono momenti che un figlio vorrebbe non arrivassero mai, ma purtroppo, è previsto dal ciclo della vita. E anche se ormai sono un adulto, sono una persona del tutto indipendente, mi è caduto il mondo addosso. Oggi sono un uomo smarrito, eppure credevo di essere preparato a questo momento.
Sai quante volte avrei voluto urlarti «smettila con queste sigarette, queste alla lunga ti ammazzano!». Molte di quelle sigarette le hai fumate a causa mia. Molto spesso hai fatto tardi per me, notti insonni hai passato per me, e durante quelle veglie i mozziconi si moltiplicavano.
Hai superato indenne la Seconda Guerra Mondiale. Scorrazzando con la tua bicicletta andasti ad avvisare tuo padre che erano sbarcati gli alleati. Una volta riferito il messaggio, ti sei recato presso la valle dei templi, con la speranza di non trovarla distrutta dalle bombe. È così che hai incontrato Robert Capa, uno dei più importanti fotografi del mondo. Già da lì, si doveva capire che Camilleri, il mio papà, era un predestinato.
Camilleri è stato scrittore, sceneggiatore, regista, drammaturgo e insegnante italiano
Era il 1943, non avevi nemmeno 18 anni, ma già in quegli anni avevi intrapreso la tua carriera di regista teatrale. Una passione che hai perseguito studiando poi all’accademia nazionale di arte drammatica. In quegli anni, mentre mettevi in scena Pirandello e Beckett, già vincevi il tuo primo premio letterario, quello di Saint Vincent.
Hai avuto una carriera di sceneggiatore, hai finito col lavorare alla Rai, ti rendi conto? la televisione, papà! Mi raccontavi che inizialmente, nel ’54, non ti hanno assunto perché eri comunista, ma nel ’57 hanno capito che non si poteva fare a meno di una persona preparata come te. Ma portando avanti la carriera di scrittore hai raggiunto la fama a livello internazionale. Anche Nuova York conosce Camilleri!
Hai fatto tutto questo portando con te sempre la nostra amata Sicilia. Qualcuno ti ha scambiato per terrone, dimenticando che la maggior parte della letteratura italiana del ‘900 la dobbiamo agli scrittori siciliani di cui tu, caro papà, sei stato sicuramente l’ultimo baluardo.
Mi mancano già le tue perle di saggezza, i tuoi racconti che hanno sempre avuto dell’ironico, del rocambolesco. Come farò a girare per Vigata e risolvere casi senza i tuoi preziosi consigli. Eri cieco, ma sapevi guardare nell’animo delle persone. Catarella non è riuscito a dire «condoglianze sentite sentitissime», piange soltanto, come un bambino, siamo tutti tristi, tutti mi sono vicini sgomenti, Fazio, Mimì, Ingrid, Livia.
Camilleri ha scritto fino alla fine dei suoi giorni
Sei riuscito a descrivere la nostra Sicilia per quella che è, un’isola bellissima, ricordando a tutti che è stato il luogo dove è nata la civiltà. Hai fatto risplendere nuovamente le sue pietre millenarie, come quelle del teatro di Siracusa quando, a 90 anni suonati, hai interpretato il veggente Tiresia. Quando fu trasmessa in televisione, per tutto il tempo del tuo spettacolo, la Rai non mandò pubblicità, ti ricordi?
Nel 2025 a Porto Empedocle, sicuramente si farà festa per onorare i cento anni dalla tua nascita, mancava proprio poco per festeggiare insieme quello che sarebbe stato il tuo secolo di vita.
Non riuscirò mai a scrivere tutte le parole che Andrea Camilleri mi ha riservato, ma era doveroso dedicare queste poche righe. Per quanto riguarda il mio futuro, non credo che andrò in pensione, perché papà, se è vivo ancora Sherlock Holmes, lo posso essere anche io. Chi mi terrà in vita, di certo deve molto a te e alla tua penna, ma io, io ti devo proprio tutto,
Grazie Maestro Andrea Camilleri,
Salvo Montalbano