Cosa succede quando ci si approccia su Internet? Ecco il modo per trovare l’amore 2.0 oggi: scopriamo come si cerca una relazione su Tinder.
Siamo nel 2019 e tutto è cambiato: abbiamo la possibilità di accedere ad Internet in quasi tutte le parti del mondo, abbiamo intelligenze artificiali sempre più simili all’uomo ed abbiamo anche le app per incontri.
Fino a qualche anno fa, soprattutto in Italia, le dating app non venivano viste ancora di buon occhio, anzi, venivano definite come un covo di maniaci e maniache, che volevano solo la storia di una notte oppure ucciderti e fare a pezzi il tuo corpo.
Col passare degli anni e diventando un’app di uso quotidiano per i nostri compagni oltreoceano, Tinder è riuscito a prendere sempre più posto anche in Italia.
Ma non pensate che sia un modo per rimorchiare dedicato solamente a tristi single senza speranza e ad ultra cinquantenni: Tinder viene usato sempre più spesso anche dai millennials di ogni tipo, con ogni tipo di interesse.
Il popolo dei millennials è abituato ad avere tutto e subito: cibo di ogni tipo e nazione in poco tempo e direttamente a casa, qualcuno che fa le tue commissioni al posto tuo, qualcuno che ti porta la spesa a casa. Davvero pensavamo che non entrasse, nelle nostre vite, un modo per rimorchiare sul divano di casa?
Ma partiamo dal principio: Tinder è un’applicazione che facilita la comunicazione tra gli utenti e li porta a chattare tra loro, se è evidente un interesse.
Come si manifesta l’interesse? Semplice, facendo i vari swipes alle foto dei “pretendenti” e scegliere chi ti interessa e chi no. Se anche l’altro utente mostra interesse, ecco il match e l’app permette la chat fra i due utenti.
Tinder è attivo in più di 140 paesi e conta più di 50 milioni di utenti attivi.
Ma cosa ci fa pensare che su Tinder troveremo quello che cerchiamo?
Che sia una storiella estiva, una relazione di lunga data o una storia da una notte, Tinder passa in secondo piano sotto questo punto di vista e funge solamente da ponte e da collegamento per abbattere quel muro che ti impedisce di provarci, faccia a faccia, con qualcuno che ti piace.
Sotto questo punto di vista, Tinder non ha cambiato nulla dell’approccio tradizionale: ci si presenta, si fanno le solite domande di routine (che fai nella vita, di dove sei, cosa ti piace) e si passa subito al tattico “Vogliamo prenderci qualcosa da bere?”.
Quindi, niente di più e niente di meno rispetto ad un incontro canonico.
Ma Tinder ha qualcosa in più: in molti usano la bio per esplicare immediatamente ciò che vogliono e per non far perdere tempo agli altri utenti che la pensano diversamente.
E questa chiarezza di intenti è molto rara negli approcci vis a vis.
Molti potrebbero pensare a Tinder come l’ennesima scorciatoia per le pigre e nuove generazioni, che non si alzano neanche per andare in un bar a rimorchiare.
Ma il rimorchio oggi è diventato così difficile: la maggioranza dei millennials ha il timore di un rifiuto, ha paura di sentirsi rifiutato e, per questo, inferiore.
Se, invece, lo fa attraverso lo schermo di uno smartphone, quel rifiuto (o quel mancato match) sembra meno reale e, quindi, meno doloroso.
L’approccio online permette un certo grado di sicurezza in più: parliamo di quella spavalderia che si perde di fronte a un bel paio di occhi azzurri o di addominali duri come il marmo e che ti permette di essere la versione migliore di te stesso, quello che tutti noi dovremmo essere durante l’approccio, ma che l’ansia ci impedisce di essere.
E per gli allergici alla tecnologia, che pensano non si possa instaurare una relazione via telematica, possiamo assicurare che la maggior parte dei match portano ad un incontro fisico ed è lì che dobbiamo tirare fuori il meglio di noi.
Non demonizziamo Tinder: l’app di incontri è solamente l’ennesimo luogo dove poter trovare un partner.
Alla fine, gli elementi sono sempre gli stessi: la ricerca del partner perfetto, le solite domande per capire chi si ha di fronte e la speranza di non avere un due di picche.