11 agosto 1934: 137 detenuti tra i più spietati e più indisciplinati vengono prelevati dalle carceri statunitensi in cui fino a quel momento erano detenuti, e scortati su un’isola del Pacifico 2 km da San Francisco, destinata a diventare una delle prigioni più famose al mondo: Alcatraz.
Un’isola il cui nome è legato ad una specie di pellicano , il Pelecanus occidentalis (pellicano bruno) che qui ha trovato il suo luogo di nidificazione [ il termine “Alcatraz”, deriva dallo spagnolo Alcatraces, termine con cui il cartografo spagnolo Juan Manuel Diaz la nominò ].
Un luogo che ancora oggi, vive nell’immaginario collettivo come luogo impenetrabile e dal quale è impossibile evadere (anche se tanti c’hanno provato e qualcuno, come vedremo più avanti, c’è pure riuscito), e che ha ispirato diversi film, libri e anche videogiochi.
La storia
Prima metà del XIX secolo. Gli Stati Uniti, e in particolare lo stato della California, diventano meta assidua di cercatori provenienti da tutto il globo, che puntano ad un unico obiettivo: l’oro, localizzato soprattutto nella Sierra Nevada, regione della California.
La prima scoperta del prezioso metallo viene fatta il 24 gennaio 1848 da James Wilson Marshall, all’epoca carpentiere sotto direttiva dell’imprenditore John Sutter.
Quest’ultimo fece di tutto per tenere all’oscuro la scoperta, ma invano. Questo scatenò il flusso da tutto il mondo dei cercatori d’oro.Nello stesso anno, la California viene formalmente ceduta dal Messico agli Stati Uniti.
Per monitorare tutti quegli sbarchi sulla costa californiana, era necessario un faro che illuminasse l’intera Baia di San Fransisco.
Fu così che tra il 1850 e il 1853 venne eretto un faro sull’isola di Alcatraz, il primo della costa ovest degli Stati Uniti;
Negli anni successivi, l’isola venne fortificata e oltre al faro vennero costruiti altri edifici, il cui insieme fu ribattezzato Fort Alcatraz.
Da semplice postazione di monitoraggio dei traffici navali, Alcatraz divenne dapprima deposito di armi, e successivamente struttura di detenzione, a partire dagli anni della Guerra Civile (1861-1865). A tale scopo, nel 1909 il faro venne ricostruito mentre della fortificazione rimase solo uno dei tre piani, quello dove vennero alloggiate le celle sotterranee, sopra il quale venne edificata la struttura detentiva vera e propria.
Nel 1933 Alcatraz cessa di essere una semplice prigione militare e l’anno successivo, esattamente l’11 agosto 1934 diventa una prigione di massima sicurezza.
Alle 9: 40 di quell’11 agosto, i primi 137 prigionieri vennero prelevati dai penitenziari di Leavenworth (Kansas); dopo aver raggiunto Santa Venetia (California), vennero scortati da agenti dell’FBI e della polizia federale sull’isola, dove li avrebbe attesi una detenzione dura e difficile.
Una detenzione da scontare in celle piccolissime (4 metri quadri ciascuna) e anguste, ma con il rischio di finire nelle celle sotterranee, prive di letto e luce.
Non per niente, date le condizioni di vita molto rigide, dalla prigione di Alcatraz passarono tra i criminali più spietati e famosi. Tra questi:
- Al Capone, conosciuto come Scarface
- lMickey Cohen
- Arthur R. “Doc” Barker
- Whitey Bulger
In tutto Alcatraz ospitò nei suoi anni di apertura, 1576 detenuti, fino al 21 marzo 1963, quando venne chiusa per sempre in quanto il mantenimento era diventato eccessivamente oneroso.
Alcatraz: tentativi di fuga (riusciti o meno)
Una fortezza, in un’isola in mezzo alle acque non tanto calde dell’Oceano Pacifico, con la costa distante 2 km: tanti sono gli ingredienti che hanno fatto entrare Alcatraz nel mito come “prigione dalla quale era impossibile evadere”.
Nonostante ciò, i tentativi di fuga sono stati diversi ( ne sono stati calcolati 36), a partire già da due anni dall’apertura dei cancelli di Alcatraz. Ad “inaugurare” la scia fu Joseph Bowers, nel 1936.
Tentò di scavalcare la recinzione, ma venne freddato con colpi di fucile dalla torretta di sorveglianza, davanti al suo rifiuto di tornare indietro.
Trentasei tentativi, di cui 5 andati a segno, in modo più o meno violento.
Il primo di questi il 16 dicembre 1937 ad opera di Theodore Cole e Ralph Roe , i quali allargarono le sbarre della cella, per consentire il passaggio di pneumatici rubati, coi quali realizzarono una zattera. Evasero durante una giornata nebbiosa con l’oceano in tempesta, e questo portò le guardie a dichiararli morti in fuga.
Ma il tentativo d’evasione più violento fu quello messo in atto il 2 maggio 1946, passato alla storia come la battaglia di Alcatraz: alcuni prigionieri, guidati da Bernard Coy, rubarono un fucile ad una guardia e scavarono un tunnel per evadere. Un tentativo di fuga fallito, in quanto Coy e compagni vennero bloccati dalle guardie, alle quali si ribellarono invano.
Ma la fuga che più passò alla storia come la “grande fuga” e che ispirò il romanzo di J. Campbell Bruce “Fuga da Alcatraz“, fu quella organizzata da Frank Morris, e da due fratelli, John e Clarence Anglin, ai quali si aggiunse Allen West .
Una fuga, progettata fin dal 1960, ma messo in atto solo due anni dopo, l’ 11 giugno 1962: solo Morris e i fratelli Anglin riuscirono ad evadere, raggiungendo il tetto attraverso il condotto d’aerazione, e in seguito la spiaggia dietro la fortezza, dove li attendeva una zattera. Dei tre si persero completamente le tracce, e nel 1979 il caso venne archiviato.
«Se disobbedisci alle regole della società ti mandano in prigione, se disobbedisci alle regole della prigione… ti mandano da noi.»
dal film “Fuga da Alcatraz”
SITOGRAFIA:
Museo della Memoria Carceraria