Ebbene, dopo giorni di silenzio, il 20 agosto 2019 Conte si è espresso in Senato, ufficializzando la crisi di Governo. Cosa ci dovremmo aspettare ora? 

Facciamo un passo indietro.

L’8 Agosto  Matteo Salvini presenta una mozione di sfiducia al governo Conte, aprendo quindi le porte ad una crisi in piena estate. Casualmente, proprio poche settimane prima della votazione alla modifica costituzionale, che avrebbe previsto un taglio del numero dei parlamentari.

In seguito infatti, alla spaccatura interna alla maggioranza sulla TAV e forte di sondaggi e opinione pubblica, il leader leghista annuncia l’intenzione di porre fine all’esperienza di governo assieme al Partito pentastellato. “Capitalizzare il consenso” è quindi il principale interesse di Salvini, che parla, forse un po’ troppo prematuramente, di elezioni anticipate.

Arriviamo al 13 Agosto, giorno in cui la mozione del  Ministro sull’anticipo della data del voto parlamentare viene clamorosamente battuta in Senato da una (strana) maggioranza.  Con i loro 159 voti, M5S, Pd, LeU, +Europa  si uniscono infatti per posticipare il voto sulla sfiducia al Premier Conte alla settimana successiva. Ovvero ieri pomeriggio.

La Crisi è ufficiale.

Dopo giorni di silenzio, il 20 Agosto Giuseppe Conte si esprime al  Senato in merito alla decisione di Salvini, contestandone le motivazioni, ma presentando ufficialmente le sue dimissioni.
Con un discorso molto sentito e diretto, Conte ha parlato di “rispetto delle Istituzioni” e “cultura delle regole”, riportando (finalmente) l’attenzione su quello che dovrebbe essere il vero interesse della classe politica italiana.

Il Governo quindi è ufficialmente caduto, il Premier ha ufficializzato le sue dimissioni al Presidente Mattarella che, nei prossimi due giorni sarà impegnato nelle consultazioni. A partire da mercoledì 21 infatti, il Presidente incontrerà leader politici e cariche statali per decidere come traghettare l’Italia lontano dalla recessione.

Cosa potrebbe succedere?

Ecco alcune ipotesi.

  1. Una maggioranza tecnica.
    In questi giorni sarà compito di Mattarella agire da “arbitro” e cercare di capire se, effettivamente, una maggioranza opposta a quella ora decaduta esista davvero. Al momento, le perplessità in merito sono molte. Se infatti individuare un governo provvisorio rappresenterebbe la salvezza per gli Italiani, è anche vero che i vari leader politici sembrano ben lontani dal trovare un accordo. Tra un PD interessato al momento da una scissione interna che sta spostando l’attenzione pubblica e politica da Zingaretti a Renzi e un M5S incapace di riprendersi dalla forte battuta di arresto che lo ha visto protagonista in questi ultimi mesi, l’ipotesi di una maggioranza tattica sembra molto lontana.
  2. Voto.
    Se il Presidente dovesse effettivamente rendersi conto dell’impossibilità di trovare una maggioranza tattica, si andrebbe al voto. Gli italiani sarebbero quindi chiamati ad esprimersi nuovamente, consci  però dell’ aggravamento economico che sicuramente peserà sulle loro spalle e nelle loro tasche.
    Da Gennaio 2020 infatti, se non verranno attuate contromisure adeguate, l’aliquota ordinaria passerà da 22 al 25%, mentre quella ridotta salirà dal 10 al 13%.

Insomma, “momenti bui e difficili ci attendono” e Mattarella avrà l’arduo compito di decidere “tra cosa è giusto e cosa è facile“.

Greta Bovincini

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