Almeno una volta sarà capitato a tutti al ristorante di ordinare un piatto e vedercene arrivare un altro, totalmente diverso da quello indicato, per i motivi più disparati: o non ci siamo spiegati noi bene, o per un errore di trascrizione da parte del cameriere, oppure per un errore di comunicazione tra cameriere e la cucina.
In Giappone, però, vi è un posto dove “errare” non è umano, ma quasi voluto, e il nome del ristorante è emblatico: “Restaurant of Mistaken Orders”.
Un ristorante, anzi una catena di ristoranti dislocati in vari quartieri di Tokyo, dove gli ordini sbagliati sono solo la prima di una serie di “particolarità”: dai camerieri che da un istante all’altro diventano “compagni di tavolo” sedendosi al tavolo coi clienti a chiacchierare, ai camerieri stessi che ti servono il caffè in una bella tazzina, ma al posto del cucchiaino ti mettono una bella cannuccia colorata.
Una situazione che ad alcuni può turbare e dire “in questo posto non ci verrò mai più”, mettendo magari 0 stelle sui siti di recensioni (es. Tripadvisor), ad altri profonda tenerezza e simpatia, andando oltre all’ “ordine sbagliato” o a comportamenti alquanto bizzarri, dei quali spesso i camerieri non si rendono conto.
In questo ristorante giapponese, infatti, alcuni camerieri sono persone affette da demenza, una patologia che peggiora progressivamente e che porta a chi ne soffre una perdita progressiva della memoria.Una perdita che può sfociare in un vagare senza meta, o come nel caso di questi camerieri, a dimenticarsi l’ordine (o di essere dei camerieri e non dei clienti).
Una problematica, quella della demenza, molto sentita in Giappone, in cima alla lista dei paesi con il maggior numero di persone affette da questa patologia: 4,6 milioni.
Un numero, destinato tragicamente a salire entro il 2025, raggiungendo i 7,3 milioni.
7,3 milioni di persone, condannate all’emarginazione dalla società, alla quale però questo ristorante ha intenzione di porre un freno.
Da qui l’idea del proprietario del ristorante, Shiro Oguni: assumere persone affette da demenza, dando loro una possibilità d’interagire con la società, potendo “vivere in armonia con gli altri e fare qualcosa di importante».
Un messaggio forte di sensibilizzazione, maturato dopo che lo stesso Oguni, inizialmente scettico e ricco di pregiudizi, ha avuto modo di recarsi in un centro in Giappone dove erano ospitate diverse persone affette da questa patologia.
Un messaggio, al quale si affianca un invito alla popolazione e ai tutti i clienti che frequentano i suoi ristoranti: a non lamentarsi del piatto sbagliato, ma sorridere e comunicare con il cameriere in modo tranquillo e scherzoso, aprendo la propria mente e non facendo sentire escluso nessuno.