Almeno una volta sarà capitato a tutti al ristorante di ordinare un piatto e vedercene arrivare un altro, totalmente diverso da quello indicato, per i motivi più disparati: o non ci siamo spiegati noi bene, o per un errore di trascrizione da parte del cameriere, oppure per un errore di comunicazione tra cameriere e la cucina.

In Giappone, però, vi è un posto dove “errare” non è umano, ma quasi voluto, e il nome del ristorante è emblatico: “Restaurant of Mistaken Orders”.

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Fonte: Global Journalist

Un ristorante, anzi una catena di ristoranti dislocati in vari quartieri di Tokyo, dove gli ordini sbagliati sono solo la prima di una serie di “particolarità”: dai camerieri che da un istante all’altro diventano “compagni di tavolo” sedendosi al tavolo coi clienti a chiacchierare, ai camerieri stessi che ti servono il caffè in una bella tazzina, ma al posto del cucchiaino ti mettono una bella cannuccia colorata.

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Fonte: Global Journalist

Una situazione che ad alcuni può turbare e dire “in questo posto non ci verrò mai più”, mettendo magari 0 stelle sui siti di recensioni (es. Tripadvisor), ad altri profonda tenerezza e simpatia, andando oltre all’ “ordine sbagliato” o a comportamenti alquanto bizzarri, dei quali spesso i camerieri non si rendono conto.

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Fonte: Pixabay

In questo ristorante giapponese, infatti, alcuni camerieri sono persone affette da demenza, una patologia che peggiora progressivamente e che porta a chi ne soffre una perdita progressiva della memoria.Una perdita che può sfociare in un vagare senza meta, o come nel caso di questi camerieri, a dimenticarsi l’ordine (o di essere dei camerieri e non dei clienti).

Una problematica, quella della demenza, molto sentita in Giappone, in cima alla lista dei paesi con il maggior numero di persone affette da questa patologia: 4,6 milioni.

Un numero, destinato tragicamente a salire entro il 2025, raggiungendo i 7,3 milioni.

7,3 milioni di persone, condannate all’emarginazione dalla società, alla quale però questo ristorante ha intenzione di porre un freno.

Da qui l’idea del proprietario del ristorante, Shiro Oguni: assumere persone affette da demenza, dando loro una possibilità d’interagire con la società, potendo “vivere in armonia con gli altri e fare qualcosa di importante».

Un messaggio forte di sensibilizzazione, maturato dopo che lo stesso Oguni, inizialmente scettico e ricco di pregiudizi, ha avuto modo di recarsi in un centro in Giappone dove erano ospitate diverse persone affette da questa patologia.

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Fonte: Global Journalist

Un messaggio, al quale si affianca un invito alla popolazione e ai tutti i clienti che frequentano i suoi ristoranti: a non lamentarsi del piatto sbagliato, ma sorridere e comunicare con il cameriere in modo tranquillo e scherzoso, aprendo la propria mente e non facendo sentire escluso nessuno.

SITOGRAFIA:

VanityFair

Global Journalist

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