New York, 11 settembre 2001.
Un giorno rimasto indelebilmente segnato nella storia, non solo americana: un giorno come tanti altri destinato a concludersi in tragedia.
Due aerei dirottati, piombano su New York diretti al World Trade Center, su cui svettano le Twin Towers: il primo, alle 08:46, colpisce la Torre Nord, mentre il secondo dopo poco, alle 09:03, si va a schiantare contro la Torre Sud.
Quasi un’ora dopo, prima la Torre Sud, e poi la torre Nord, crollano su stesse, riducendosi ad un cumulo di vetri e acciaio nel cuore di Ground Zero dove perdono più di 2000 persone. Un sogno interrotto da due aerei dirottati nel centro dell’immaginario americano.
Non è bastato forse a delle menti assurde e pericolose, come quelle di Al Qaida e del suo leader, Osama Bin Laden.
Anche la capitale federale deve soffrire, ed un altro incubo si aggiunse a quello di New York scuotendo la giornata di molti residenti di Washington così come della vicina Arlington.
Negli stessi attimi, esattamente alle 09:37 di quell’11 settembre un aereo colpisce il Pentagono, massiccia fortezza militare centro della potenza militare, castello a tutela del sogno di democrazia.
Quel Pentagono realizzato l’11 settembre del 1941 in piena Seconda Guerra Mondiale. Nessuno avrebbe potuto immaginare che lo stesso giorno di sessant’anni dopo si sarebbe verificato questo terribile atto.
Molti militari erano al lavoro quel giorno, come ogni altro, tra uffici, esercitazioni come impone disciplina ma nessun ruolo operativo ha potuto salvare cinquanta cinque di loro dalla distruzione di un aereo dirottato contro l’edificio.
Non erano in guerra, nessun luogo lontano da casa ma quel giorno hanno pagato il sacrificio davanti all’incubo dell’odio che ha spazzato via la vita di settanta civili a bordo dell’aereo tra i quali alcuni ragazzi in gita didattica in California.
Nessun altra scena è più scioccante dei volti colpiti dal dolore dei familiari delle vittime così come del comandante in capo George W Bush allo scoprire una nazione colpita al cuore da un nemico lontano che, dietro ad una inutile e vergognosa scusa religiosa, ha voluto privare della serenità così tante persone.
Oggi davanti al Dipartimento della Difesa e nel cuore di Manhattan due incredibili memoriali rendono omaggio a coloro che sono caduti nel sogno infranto di un America distrutta ma che ha saputo grazie ai sopravvissuti e ai vigili del fuoco delle due metropoli rialzarsi combattendo contro la cecità dell’odio.
La Bandiera Stelle e Strisce forse quel giorno era meno rosso, meno blu ma era ancora lì continuando a sventolare verso un futuro sereno per noi tutti, cristiani, islamici, ebrei. Per un mondo migliore.