Baby è una serie TV italiana prodotta da Netflix e diretta da Andrea De Sica e Anna Negri.
La prima stagione è andata in onda per la prima volta nel 2018 e ha riscosso un notevole successo soprattutto grazie alla trama travolgente e alle attrici in gamba, tuttavia in pochi sanno che la serie è basata su una storia vera.
Ma prima di raccontare i veri fatti della vicenda che hanno sconvolta l’Italia e Roma in primis, conosciamo la serie e come tratta la vicenda del giro di prostituzione minorile, con le due protagoniste di Baby: Chiara e Ludo.
Baby, Netflix: come la serie ha romanzato lo scandalo
Nella serie tv disponibile sulla piattoforma streaming di Netflix vediamo due ragazze diverse, ma simili. Entrambe abituata alle “bella vita“, entrambe di buona famiglia, eppure entrambe attirate dai soldi.
Chiara, interpretata da Benedetta Porcaroli, e Ludo, interpretata da Alice Pagani, apparentemente, non hanno nulla in comune, Ludo è una ragazza “ribelle”, Chiara invece è casa scuola atletica, con le amiche di sempre e tante aspettative e pressioni da tutti.
Eppure, l’una trova nell’altra un posto sicuro, un locus amoenus dove rifugiarsi e dove essere protette da delusioni, insicurezze e pressioni, da tutto ciò che può turbare un’adolescente ricca e probabilmente anche viziata.
Quello che nella serie spinge le due a dedicarsi al giro della baby prostituzione è un po’ lo stesso motivo che ha spinto le due nella vita reale: i soldi, il poter avere tutto ciò che desideravano, l’indipendenza.
Tuttavia, nella serie l’avventura delle baby squillo c’è, ma è più il retroscena a essere trattato, come due adolescenti di buona famiglia si ritrovino in un giro di prostituzione, come si siano perse in questo labirinto ma mai abbandonate.
Quello che Baby non tratta, è il fattore politico. La serie tratta un argomento importante con leggerezza, per non risultare pesante e per cercare di intrattenere e informare tutti gli abbonati.
Baby, Netflix: la storia vera
Se la serie di Netflix vi ha fatto innamorare con il brivido del proibito, con le storie d’amore, il teen drama e le amicizie che sembrano per sempre, la storia reale è tutto tranne che questo.
La storia vera a cui è ispirata Baby è un incubo in cui la prostituzione minorile è la protagonista indiscussa che ha rovinato la vita di due adolescenti che avrebbero dovuto solo pensare alla scuola e ai problemi di cuore.
Un incubo uscito alla scoperta grazie alle due adolescenti a cui Baby è ispirato, ma che ha dietro molti altri nomi importanti e vite di ragazzine rovinate. Perché noi sappiamo di Laura e Beatrice (nomi di fantasia), ma ci sono tante altre ragazze che non hanno avuto la fortuna di essere salvate.
La storia di Laura e Beatrice inizia nel 2013, quando avevano 14 e 15 anni.
Le adolescenti frequentavano un liceo molto famoso a Roma, erano entrambe ragazze di buona famiglia, vivevano in un quartiere, Parioli, per bene e sicuramente non avevano problemi di soldi.
Tuttavia, il “fascino di ciò che non puoi avere”, l’essere indipendenti, il potersi comprare qualsiasi cosa si voglia senza dover dipendere da un genitori pensieri che bene o male tutti gli adolescenti fanno, hanno portato prima Laura, la più grande, e poi Beatrice, nel giro della prostituzione.
La 15enne, figlia di due professionisti da quel che è stato detto, è stata la prima ad essere adescata sul social network “Bakeca Incontri” a Maggio, per poi portare anche l’amica più piccola sulla sua strada verso Luglio.
Gli annunci parlavano chiaro e infatti sono stati una prova chiave contro i “ladri di adolescenza”: “Lolita”, “Cerco papi”, “Oggi mamma non è in casa”, sebbene sia anche successo che le due, o l’uomo che vendeva i loro corpi (Mirko Ieni), si spacciassero per appena maggiorenni, giusto per far sentire i loro clienti con la coscienza apposto.
Le due adolescenti incontravano i loro clienti prima saltuariamente, in un auto o nell’appartamento degli uomini, fino a quando, nell’ultimo periodo, Ieni ha affittato un appartamento a Parioli, una piccola casa dove le ragazze potevano essere più al sicuro.
Tra i tanti clienti c’erano anche politici, sportivi, il marito dell’ex senatrice Alessandra Mussolini
La storia, una volta uscita, è ovviamente stata al centro dei media.
Tra gli accusati, Mirko Ieni, l’uomo che si occupava della gestione del giro, Nunzio Pizzacalla, ex militare accusato a causa di intercettazioni telefoniche, e ancora Riccardo Sbarra, Marco Galluzzo, Michael De Quattro, Francesco Ferrao, Gianluca Sammarone e, infine, la più shockante: la madre della ragazzina più piccola.
La madre di Beatrice è infatti accusata di essere non solo stata a conoscenza dei guai in cui si era cacciata la figlia, ma anche di averla spronata a continuare per fare sempre più soldi.
Mentre la figlia voleva solo tornare a scuola e dimenticare questa brutta vicenda, mentre lei voleva solo studiare e andare avanti, la “madre” la spronava a trovare del tempo per la prostituzione, per i suoi clienti, per i soldi.
L’obbiettivo delle due ragazze? “Soldi. La voglia di essere indipendenti.”, dice una ragazza a loro vicina
Sempre questa ragazza racconta a la Repubblica di come queste ragazze fossero sì di buona famiglia, ma che la più grande fosse molto vicina all’estrema Destra, con tatuaggi fascisti e che aveva frequentato un ragazzo del Blocco Studentesco, la rappresentanza politica di CasaPound.
Le due ragazze, in più, spesso venivano pagate in cocaina. Un testimone ha affermato di essere entrato in camera loro e aver trovato “polvere bianca” ovunque, “sui mobili, sulla tv, per terra. Era ovunque.”
Fortunatamente la storia delle due adolescenti è finita positivamente, con i colpevoli in carcere e la vita delle due ragazze è tornata alla normalità, sebbene sarà sicuramente un incubo che difficilmente dimenticheranno, ma da cui hanno imparato cosa non fare.
In Baby sono due adolescenti che cercano soldi, attenzioni, divertimento, ma nella vita reale erano solo due bambine a cui è stata rubata la miglior parte della loro vita, quella usualmente senza pensieri, quella in cui, l’unico obiettivo, dovrebbe essere: essere felici sempre.