Riapre dopo 4 mesi di restyling il MoMA di New York. Oltre al riallestimento della collezione, un’incremento degli spazi espositivi di circa il 30%. Artefici del restyling costato 450 milioni di dollari lo studio Diller Scofidio + Renfro in collaborazione con Gensler.
La prima fase del restyling del Museo Moma di New York aveva portato l’ampliamento verso ovest, attraverso un varco alla base del grattacielo progettato da Jean Nouvel. L’aumento dello spazio espositivo ha contribuito alla creazione di nuovi spazi espositivi destinati alle mostre temporaneee, oltre la creazione di nuovi percorsi all’interno della collezione permanente.
L’edificio del nuovo MoMA
Già dall’ingresso su 53rd street si nota il restyling: la vetrata di ingresso del MoMA è stata dotata di una tettoia di metallo per segnalare la presenza del museo, in una strada dominata da edifici austeri e scuri.
L’ingresso è stato riposizionato al centro, dando così la possibilità al visitatore di potersi dirigere a est verso la scala principale e il giardino, oppure a ovest, immergendosi nella nuova ala. Ad accoglierlo a piano terra il nuovo bookshop.
Il nuovo MoMA dopo il restyling
Hello. Again. è l’opera dell’artista Haim Steinbach che campeggia sulla parete, quasi un saluto per il visitatore dopo la riapertura del MoMA.
Le due gallerie si affacciano direttamente sulla strada attraverso grandi vetrine, quasi un collegamento ideale tra il museo e la città. Ampi varchi di metallo scuro collegano il nuovo MoMA all’edificio vecchio.
La collezione permanente del MoMA 1880-1940
La collezione permanente è ospitata al quinto piano, organizzata in un ordine più o meno cronologico, concentrandosi su una tendenza, un tema, un momento o su un lavoro di un determinato artista.
Le 24 gallerie che seguono saranno quelle più visitate perchè accolgono le opere di Costantin Brancusi, Vincent Van Gogh, Claude Monet, Henry Matisse e Pablo Picasso.
Se prima il visitatore per poter ammirare Les Demoiselles d’Avignon doveva “attraversare” le varie correnti che avevano favorito la nascita del Cubismo, nel nuovo MoMA la tela di Picasso è circondata da opere provenienti da contesti storico-culturali e geografici completamente diversi.
La collezione permanente del MoMA 1940-1970
Al quarto piano è ospitata la collezione che dal 1940 conduce agli Anni Settanta. Qui si trovano le opere più iconiche del MoMA, quelle su cui il museo newyorkese ha costruito la sua leggenda, Gorky, Tanguy, Wols e Henri Michaux, questi ultimi a lungo ignorati dalla storia.
I capolavori dell’arte americana
Proseguendo attraverso il dedalo di gallerie, al terzo piano si trovano le opere che hanno contribuito alla diffusione dell’arte americana: Richard Serra, Mark Rothko, Jackson Pollock, Robert Rauschenberg, Andy Warhol, Dan Flavin sono presentati sotto una nuova luce, il nuovo allestimento da un respiro che il precedente non era in grado di dare.
La collezione permanente del MoMA dal 1970 ad oggi
Al secondo piano la collezione permanente che ospita opere successive agli anni Settanta. Anche qui non mancano le sorprese: un’enorme opera di Keith Haring in carta occupa il centro della sala insieme a una delle celebri teste di Jean Michael Basquiat, insieme raccontano la New York degli Anni Settanta e Ottanta, mossa da un impulso di cambiamento e libertà guidato dalle popolazioni prima considerate emarginate.
Un MoMA più inclusivo
Il nuovo MoMA strizza l’occhio a sfumature culturali, etniche e identitarie più complesse, rendendo la narrazione più ermetica. Artisti considerati “minori” non svolgono più un ruolo marginale all’interno dell’esposizione, ma ne diventano il fulcro.
A rafforzare questa ventata di inclusività sono le numerose acquisizioni provenienti da Africa, Asia e Sud America, oltre che i lavori di artisti afroamericani.
Autore: Valeria P