“Meritiamo l’estinzione.”
L’avete mai detto o sentito dire?
E la meritiamo davvero? Forse la risposta potrete trovarla in questa notizia che non arriva da tanto lontano, ma da Sondrio.
Una notizia che gela anche l’anima perché ti fa capire dove è capace di arrivare l’essere umano.
Perché quando si arriva a pretendere che una madre smetta di piangere per la morte della sua bimba, solo perché non è italiana vuol dire che siamo arrivati alla fine.
Madre nigeriana insultata.
A Sondrio sabato mattina, una coppia di nigeriani si reca in ospedale dopo aver compreso che la loro bimba non respira. I medici, una volta visto la neonata, riferiscono la tragica notizia ai genitori. La bimba di soli cinque mesi è stata vittima della cosiddetta”morte in culla”.
I due genitori reagiscono con disperazione alla notizia, soprattutto la mamma che con urla strazianti e pianti liberatori, lascia uscire fuori tutto il dolore che una mamma può provare per la perdita del proprio figlio. Questa disperazione però infastidisce i pazienti presenti al pronto soccorso, spettatori della tragedia, che hanno iniziato a lanciare insulti razzisti verso la donna.
“Fate stare zitta quella scimmia”.
“Che piange a fare, tanto loro ne fanno uno all’anno”.
“Quelle urla saranno un rito satanico o tribale”.
È finito il nostro tempo.
Quando si chiede ad una madre di smettere di disperarsi per la morte della figlia.
Quando si pretende che una madre smetta di piangere “tanto l’anno dopo ne fa un altro”.
Quando insultiamo una madre che piange la figlia scomparsa perché non ha il nostro stesso colore della pelle.. abbiamo finito.
Il nostro tempo di essere “esseri umani” è terminato.
Non c’è più speranza, non c’è più umanità, umiltà, comprensione.. siamo delle bestie e le bestie ci perdonino per l’offesa.
Il dolore non si nega a nessuno soprattutto ad una madre. Una madre che non ha perso una cosa, ha perso sua figlia. Una bambina. Una persona. Un essere umano a cui lei ha dato la vita. Una piccola creatura innocente nata in un mondo malato. Quella donna ha perso per sempre sua figlia, adesso niente e nessuno potrà portargliela indietro e il pianto disperato seguito dalle urla strazianti erano le uniche cose che le restavano e siamo stati capaci di toglierle anche questo. Quelle persone non hanno potuto neanche provare dolore in santa pace perché qualcuno non ha gradito. E potranno anche avere un colore di pelle diverso dal nostro, ma amano i loro figli come noi amiamo i nostri. Il loro dolore è uguale al nostro. Le loro lacrime sono uguale alle nostre.
E mentre quella donna piangerà in eterno la sua piccola, voi potete anche vergognarvi per averci invogliato a credere ancora di più che il genere umano merita l’estinzione
Perché sì, forse, ce la meritiamo.
Annapaola Brizzi