Tanto tanto tempo fa in una galassia lontana lontana, c’era la space opera più epica e stellare di tutti i tempi.
In attesa fremente di vedere l’ultimo capitolo della saga intitolato “L’ascesa di Skywalker”, nelle sale cinematografiche dal 18 dicembre, nel quale vedremo compiersi il destino della protagonista Rey, mi vien da considerare di quanta importanza abbiano avuto, col passare del tempo, i personaggi femminili all’interno di questa epopea spaziale. A partire da ruoli secondari nelle prime due trilogie per poi passare, in maniera sempre più crescente, ad essere le protagoniste indiscusse e principali dell’ultima trilogia e di una star wars story.
Nell’ arco di dittature imperiali, resistenze ribelli, duelli di spade laser e inseguimenti tra “tie fighter” e “x-wing” (non me ne vogliate per il purismo dei termini, ma in italiano non si possono proprio sentire) ci sono state, per mio dispiacere, in questo universo cinematografico solo quattro donne, Ma se la qualità vale più della quantità, posso solo gioire del fatto che siano tutte e quattro delle eroine.
Anche se, perdonatemi la facile polemica, su infiniti pianeti, ci son più razze aliene che donne. Più uomini che donne. Più droidi che donne. Insomma credo di aver trasmesso in maniera sufficientemente chiara il messaggio. Non che sia una femminista intransigente, ma per una questione di semplice realismo, di probabilità, qualcosa non torna.
Purtroppo questa è la dimostrazione abbastanza lampante che i media, allora come oggi, vengono massicciamente influenzati dall’ opinione pubblica e dall’ economia. Come prima non vi era una spiccata esigenza di offrire una serie di film di fantascienza alle donne (forse più per preconcetto che per reale disinteresse delle stesse), ora invece anche alle donne viene concesso di aver ruoli fondamentali all’interno di film, come ad altre minoranze e simili, viene concesso di potersi rivedere in un film a tema spaziale, come guerriere potenti capaci di manipolare la “forza” e di fare scelte moralmente giuste.
Ma non preoccupatevi, procediamo con ordine e scopriamo qual’è il ruolo della donna attraverso Leila, Padme Amidala, Jyn e Rey in una galassia molto molto lontana.
Il primo nome che balza in mente è quello di Leila Organa, la principessa. Il ruolo interpretato da Carrie Fisher, presente in episodio 4, 5 e 6 per iniziare, ma anche nell’ultima trilogia. Rappresenta di quanto più lontano si possa essere dal termine “principessa” stesso. Leader naturale, stratega e comandante della ribellione. Pronta sempre in prima linea a portare avanti la sua guerra personale per distruggere l’Impero. Di grande spirito e con un ruolo di comando lascia comunque spazio ai sentimenti, ma in maniera sempre intraprendente e controcorrente rispetto alla visione solita della donna nei confronti del corteggiamento. Si lancia e si espone nei confronti della sua canaglia, Han Solo. Non ha l’abilità per maneggiare una spada laser, nè per essere definita jedi, ma “la forza è potente in lei”, l’umanità e la sensibilità, anche se a colpi di blaster. Non si arrende di fronte alle torture e alla prigionia dell’impero, non si arrende di fronte al dolore per la perdita del figlio (passato al lato oscuro), continua a combattere le sue battaglie, personali e morali.
Leila è la dimostrazione del fatto che si può essere tanto principessa, e altrettanto guerriera, senza la necessità di dover scegliere di dismettere i panni regali o la pistola (ah e meno male che era solo un ruolo secondario).
Il nome numero due che mi viene in mente è quello di Padme Amidala, presente in episodio 1, 2 e 3. All’inizio della nostra storia a soli quattordici anni, è regina del pianeta Naboo, con un grande amore per il suo popolo e un forte senso di dovere e di protezione dello Stato. Il suo make-up molto particolare comprende due punti rossi al centro delle guance, che rappresentano le sofferenze degli abitanti del suo pianeta. E’ una leader di fatto, piena di grazia e dotata di immensa saggezza. Estremamente diplomatica e rispettosa pienamente nei protocolli, ha però una doppia identità, che scambia all’occorrenza con la sua ancella Sabè, incredibilmente somigliante. Inversioni inizialmente fatte per proteggere l’incolumità della regina, e poi invece fatte per poter permettere alla regina di vestire i panni da guerriera e combattere le sue guerre non solo politicamente in senato, portando la pace, ma anche praticamente sul campo. Compagna di Anakin Skywalker, il nome del giovane Darth Vader, gli rimarrà fedele fino all’ultimo, tentando anche di salvarlo strenuamente dal seducente richiamo del lato oscuro della forza. Come Leila, una donna multisfaccettata (avrà preso da lei, in fondo son figlia e madre), con pluricaratteristiche che abbinano lealtà, saggezza e che si mette in prima linea sul campo di battaglia. Ha spazio per la parte emozionale e lotta indefessamente per tutto e sempre.
Jyn Erso, è l’eroina e protagonista del primo spin-off della saga “Rogue one”, in ordine cronologico si colloca come la prima fra le donne che affrontano l’Impero. In questo cine-verso e le è stata affidata una missione a limite dell’impossibile. Non particolarmente caratterizzata è comunque una ragazza determinata, forte e coraggiosa. E’ figlia di Galen Erso, ingegnere costretto a lavorare poi alla realizzazione della Morte Nera, dove all’interno della quale, lascia delle falle per poter essere in grado di distruggerla. Di fronte all’idea di rubare i piani della Morte Nera, una nuova e potente arma che distrugge i pianeti, non si tira certamente indietro. In un piano con scarsissime possibilità di successo, si unisce alla ribellione, per recuperarli. Con la squadra rogue-one si infiltra nella base imperiale e riesce nell’impresa trasmettendoli all’alleanza. Loro malgrado l’intero pianeta sul quale si trovano viene spazzato via proprio dal laser della Morte Nera. Una guerriera che non si tira dietro dal fare la cosa giusta, senza alcuna esitazione e ci riesce.
Rey. Protagonista di una intera saga, finalmente e dico finalmente per gioia di tutte le fan, ha la forza. Ne ha davvero tanta e senza alcun allenamento riesce comunque a tener testa al suo avversario Kylo Ren, che al suo contrario invece, è ben allenato. Dal passato tutt’ora misterioso, ha sempre dovuto contare solo sulle sue capacità e sulle sue stesse forze. La conosciamo quando in episodio VII salva il droide BB-8 dal mercante. Così senza pensarci due volte si scaglia in difesa dell’ingiustizia. Ma come tutti sappiamo non finisce qui. Dopo aver conosciuto Finn (lo stormtrooper pentito), Poe Dameron (pilota della resistenza ribelle) e nientepopodimenochè Leila, sposa le loro cause, cercando e poi riuscendo a rovesciare il regime dittatoriale del Leader Supremo Snooke, contrastando il Primo Ordine. Come andrà a finire la sua storia? Lo sapremo solo andando a cinema, ma senza dubbio Rey rimane la più disinteressata delle nostre eroine. Sposa cause non sue, e le affronta dando tutto il suo contributo, fino in fondo, senza risparmiarsi.
Il punto nodale della faccenda è che eroine nella storia ci son sempre state. Da quelle storiche e dichiarate a quelle per nulla famose di tutti i giorni. Quelle che fanno sacrifici e rinunce per investire nella loro carriera, nella loro formazione. Quelle che si sacrificano per la loro famiglia. Impegni costanti, svolti in nome di un pensiero più importante, che nonostante tutto, verrà portato a compimento. Donne di tutti i giorni che in paesi devastati dalla guerra si sacrificano per salvare i più giovani del villaggio, dove nessun nome e cognome compare nemmeno in un trafiletto su un giornalino locale, giusto per farlo. Le donne eroine, le donne di potere son esistite ed esisteranno a prescindere dalla risonanza che hanno attraverso i media nel nostro mondo.
Essere una donna e riuscire a imporre la propria idea nella società attuale, svolgere un lavoro che viene ignorantemente considerato solo “maschile” è tuttavia arduo e allora mi rivolgo a voi, donne provenienti da tutti i pianeti di galassie lontane, lontane, che la FORZA SIA CON VOI (perchè ne abbiamo anche un po’ bisogno).