“Il Barolo, re dei vini e vino dei re”. Un prodotto culturalmente unico, che racchiude nelle proprie cantine la storia di una regione, di un intero popolo. Una materia che può essere degustata a pieno solo in un ristorante a Barolo, nelle Langhe. Proprio nel luogo in cui questo nettare ha visto la luce, duecento anni fa.
Le origini del Barolo si fondono con la nascita dell’Italia
Parlare del vino Barolo significa parlare del Piemonte stesso, perchè la loro storia è un inossidabile doppio nodo che scorre lungo i filamenti dei secoli. A presentare questa eccellenza nazionale tra le maggiori corte reali europee è stata Juliet Colbert, fedele sposa del celebre Carlo Tancredi Faletti di Barolo, marchese di spicco nella nobiltà italiana e sindaco di Torino nel 1826.
Si dice, infatti, che per promuovere la propria produzione vinicola tra le famiglie europee, in nobile piemontese avesse regalato alla Corte dei Savoia una botte di vino per ogni giorno dell’anno, ad eccezione della Quaresima. Grazie a tal dono, il Barolo si diffuse in tutto il continente, arrivando anche ad essere conosciuto in Francia, la terra per eccellenza del vino.
L’enologo di fama mondiale Oudart, nel 1843, contribuì a creare il Barolo così come lo conosciamo oggi, importando un metodo di fermentazione tipico della Francia Settentrionale e consigliando la famiglia Barolo tramite l’amicizia con Camillo Benso Conte di Cavour.
Questi pochi passaggi testimoniano come il Barolo sia parte integrante della stessa storia d’Italia, e di come questo nettare rosso sia il risultato di una serie di eccellenze, dall’uva ricca di sali minerali e zuccheri alle innovative, per l’epoca, tecniche di fermentazione.
Il risultato è un vino che ha resistito allo scorrere del tempo, e che tutt’oggi contribuisce ad esportare nel mondo la grande tradizione nostrana, con un business che contribuisce a portare in alto il vessillo tricolore in giro per il mondo
Aspetto e sapore del vino dei re
Il Barolo appare di un intenso color rosso granato, con alcuni riflessi che tendono all’arancione. L’aroma, all’olfatto, si mostra come persistente e avvolgente, e che risalta le note fruttate al proprio interno. Si possono riconoscere, infatti, alcune sfumature vanigliate, o di viola, mentre gourdon ed altre spezie possono soltanto accompagnare questa perfetta danza di odori. Al gusto, invece, le note più secche si sposano perfettamente con quelle morbide degli alcoli, creando un’armoniosa danza di sapori che ne esalta la forte personalità.
La ricetta per un perfetto Barolo: territorio e caratteristiche
Per ottenere questo risultato è necessaria una maniacale cura dei dettagli. Nulla può essere lasciato al caso. Il Barolo non è un semplice vino: è una ricetta alchemica perfetta che porta direttamente al nettare degli Dei. Sono necessari, ad esempio, ben 38 mesi di fermentazione prima che il vino possa essere degustato, e di questi quasi la metà vanno trascorsi all’interno di botti di legno. Naturalmente, anche questo processo contribuisce a creare il perfetto prodotto di cui gli italiani possono vantarsi nel mondo. L’origine geografica è quella delle Langhe Piemontesi, formate per la maggior parte di terreno Tortoriano. Questo nome deriva dal caratteristico colore grigio-azzurro, che da vita a dei paesaggi mozzafiato, perfetti per la coltivazione della vite da uva. E’ essenziale che il vitigno in cui il Barolo vede la propria nascita sia al 100% nebbiolo, poiché è proprio questa la base su cui i grandi maestri enologi francesi hanno lavorato nell’ottocento. Infine, è fondamentale che l’altitudine sia compresa tra i 170 ed i 540 metri al di sopra del livello del mare e che siano esposti sul versante nord delle Langhe. Unica eccezione è rappresentata dagli impianti di ultima generazione, che possono sfruttare anche il versante Sud grazie alle nuove tecnologie del settore.
Il Barolo a tavola: tra etichette e piatti
Il Barolo è anche uno dei principi per eccellenza della tradizione culinaria italiana. Questo vino, infatti, si sposa perfettamente con tantissime ricette che hanno contribuito a creare il mito della tradizione gastronomica italiana nel mondo. Dalla Tenuta Cucco alla produzione Ellena, l’universo della produzione del Barolo è sconfinato. Ogni ditta ha il proprio metodo, i propri processi, i propri segreti, ma le annate migliori per questo nettare si nascondono nei primi anni ’10 del 2000.
A tavola, citazione ad onore, ovviamente, va al Brasato al Barolo, ricetta tipica della tradizione piemontese e che sfrutta le note proprietà del vino per esaltare al massimo il sapore intenso della carne. Gli altri abbinamenti consigliati prevedono la presenza di sapori forti e decisi, che possano ben sopportare il carattere del nettare piemontese. Il Barolo si esalta, dunque, in presenza di grandi portate di arrosto. Un altra carne che si sposa perfettamente è la selvaggina, ma in questo caso ci sentiamo di consigliare maggiormente i quadrupedi, come cinghiale, lepre o coniglio. Per quanto riguarda i formaggi, invece, il Barolo è perfetto per esaltare un altro grandissimo del panorama culinario italiano: il Grana Padano. Abbinare questi due elementi potrebbe dar vita a degustazioni dal successo assicurato.
Naturalmente, per poter assaporare a pieno il potente aroma di questo vino combinato alla tradizione piemontese, è consigliato fermarsi a mangiare a Barolo: solo qui, infatti, sapranno creare il perfetto connubio per un pasto degno dei Savoia e delle migliori corti europee.