Leggenda vuole che a 30 anni ci si inizi a sistemare, che si sia indipendenti e si inizi a comportarsi da adulti. E in molti casi è vero, ma in altrettanti no.
In fondo abbiamo appena chiuso i 20, dateci tregua! Ancora non ci siamo ripresi dal non essere più in grado di stare fuori una nottata intera, tra balli e divertimenti vari!
A 30 anni si dovrebbe avere una famiglia, una casa (in affitto o di proprietà), pensare al matrimonio, alla realizzazione personale, insomma fare le persone adulte e serie.
Che poi che significa serie…a noi piace ridere, scoppiare la confezione della merendina, giocare con il cuscino che simula una puzzetta, e guardare le repliche di Rossana e Sailor Moon.
Comunque, tralasciando le implicazioni esterne che impediscono di raggiungere gli obiettivi, analizziamo un altro aspetto, ossia il fatto che hai 30 anni ma ancora apri le merendine scoppiando la busta.
Sfogliando facebook vedi che buona parte di amici e vecchi compagni di scuola, si sono sposati e hanno messo su famiglia. E le loro vite scorrono felici nell’equilibrio familiare. Su alcuni sei pronto a giurare che tutto scorra tranne la felicità, però gli dai il beneficio del dubbio.
Dopo un primo momento in cui pensi che forse sarebbe il caso di sposarsi, ti rendi conto che è l’ora della tua serie preferita. Quindi accantoni quel pensiero. C’è il nuovo episodio, le priorità sono ben chiare e nette.
Mentre sei a pancia all’aria sul divano, com il computer sulle ginocchia e stai mangiando cioccolata, pensi a quanto sia bella la tua vita, nonostante non sia come l’avevi immaginata.
Chi ha 30 anni oggi è cresciuto pensando che a questa età, avrebbe avuto una famiglia, un buon lavoro e avrebbe fatto le vacanze ad agosto. Siamo cresciuti così, con questa immagine che negli anni 90 era perfetta. Poi il mondo è cambiato, e noi siamo rimasti incastrati in mezzo.
30 anni significa essere adulti?
Ci dicono che dobbiamo essere adulti a 30 anni, e che dovremmo comportarci come tali perché alla nostra età è così che si fa. Per tutta risposta sposti la sedia che hai trasformato in armadio, in un angolo in cui nessuno possa vederla. O dai ai vestiti una forma umana, creando una scultura.
Cantiamo ancora le sigle dei cartoni animati giapponesi che guardavamo da piccoli, e continuiamo a chiederci quali fossero le dimensioni del campo da calcio di Holly e Benji, compriamo penne e quaderni come se fosse il primo giorno di scuola perché non si sa mai possono sempre servire.
A 30 anni continuiamo a sognare
Forse non diventeremo mai totalmente adulti, ma capiteci: abbiamo avuto un’infanzia fantastica, fatta di pomeriggi interi di cartoni, mangiavamo la Nutella in tutta tranquillità, ci sporcavamo allegramente giocando per strada e condividevamo le cuffie del walkman ascoltando i Take That.
Sognavamo l’amore romantico e tormentato di Branda e Dylan, ballavamo gli stacchetti di Non è la Rai, il sabato andavamo a scuola e ci vestivano in maniera improbabile ma nelle foto ridevamo sempre. Abbiamo passato ore a giocare a un, due, tre stella (si ok non si chiama così ma non siamo pronti a rinunciare a questo nome), a strega comanda colore, a nascondino e in estate ci facevamo i gavettoni, mangiavamo ghiaccioli come fossero caramelle e passavamo ore in acqua a fare tritoni e sirenetta.
Quindi scusateci, ma non saremo mai totalmente adulti, nonstatnte i 30 anni. Resteremo sempre quei bambini spensierati che sognavano di essere grandi, e ora che lo sono continuano ad essere bambini perché essere adulti, spesso, è una fregatura. E allora noi il bambino interiore lo tiriamo fuori, lo facciamo vivere continuiamo a scoppiare le confezioni delle merendine. Ovviamente gluten free e senza olio di palma, che sennò poi ci troviamo Greta Tunberg in salotto che ci guarda di traverso.