Attenzione: allerta spoiler!
Dopo un lungo anno di attesa, il 17 gennaio è finalmente approdata su Netflix la seconda stagione di Sex Education. La serie, la cui prima stagione nel 2019 aveva riscosso un successo strepitoso, ha spopolato grazie al modo in cui riesce a trattare, con fermezza e ironia allo stesso tempo, un tema delicato come la sessualità e i primi approcci ad essa.
La storia di Sex Education
Ambientata in una Inghilterra senza tempo, con elementi distintivi degli anni ’80 misti alla presenza di smartphone e tecnologia, Sex Education vede nel suo protagonista un ragazzo di un liceo locale. Otis Milburn è figlio di una sessuologa di fama nazionale e questo gli crea non poco imbarazzo a scuola. Nonostante ciò, si rende conto che, proprio a causa di sua madre, è bravissimo a dispensare consigli sulla sfera sessuale ai suoi compagni. Così, con la ribelle Maeve, improvvisa una “Clinica del sesso“, nella quale i ragazzi possono rivolgersi a lui previo pagamento per risolvere i propri problemi.
Adolescenti e sesso
Sex Education ci apre una vetrina sugli adolescenti e su come affrontano le loro prime esperienze sessuali. Tra faide amorose, dubbi sulla “prima volta” e richieste piuttosto bizzarre, ci mostra esattamente come viene vissuto realmente il sesso a quell’età. Vengono sdoganati gli stereotipi sulla sessualità dei personaggi delle serie Tv, regalandoci una visione più realistica e meno fittizia.
I ragazzi spesso hanno difficoltà a parlare di sesso con i propri genitori e, in generale, in famiglia. Otis stesso ne avrebbe bisogno, ma non riesce a parlarne con la madre nonostante sia una terapista sessuale. Man mano che gli episodi proseguono, gli studenti della Moordale cominciano a vedere in Otis la figura di riferimento che cercavano, la persona con cui poter parlare, sfogarsi e chiedere aiuto e consigli. Questo fa capire come basterebbe poco per supportarli, invece di lasciarli in una pericolosa ignoranza dettata dal timore.
I tabù
La serie di Laurie Nunn si spinge a toccare dei veri e propri tabù. Nel corso di entrambe le stagioni vengono trattati temi come l’aborto, le molestie sessuali e le disfunzioni (come il vaginismo) o le paure legate al sesso (la sessofobia del giovane protagonista).
Ampio spazio viene dedicato anche a quello che viene considerato “diverso“. Si tocca l’omosessualità, la fase di questioning che in molti attraversano (in particolare lo vediamo con Adam e Ola) esplorando se stessi e comprendendo che “etero” non è l’unica sessualità possibile. Inoltre, si può osservare la presenza di etnie variegate tra i personaggi.
Voi che ne pensate? Credete che Sex Education abbia centrato il suo scopo o ha deluso le vostre aspettative?