Se avete assistito in diretta alla prima serata di Sanremo, c’è stata un’esibizione che vi ha sicuramente lasciato a bocca aperta, incapaci di una qualsiasi reazione: quella di Achille Lauro con la sua “Me ne frego”.
E mai testo e canzone furono più adeguate, per tutta l’esibizione sembrava quasi che fosse la canzone ad accompagnare l’outfit e non viceversa.
Quindi ecco Lauro de Marinis, in arte Achille Lauro, classe ’90, incendiare ancora una volta il palco dell’Ariston di Sanremo.
Perché mentre nella sessantanovesima edizione lo abbiamo visto cantare su un piano forte, nell’edizione dopo ha stupito chiunque, ha voluto lanciare un messaggio che probabilmente non è riuscito ad arrivare a tutti.
Perché sono più sicura che in molti, in particolare tra i più grandi, avranno pensato “Ma guarda dove siamo finiti! Ma vedi questo drogato che si deve spogliare in diretta mondiale! Che schifo”, et similia.
L’entrata in scena sul palco di Sanremo inizia con un lungo abito mantello in velluto nero con un grande fiocco dorato cucito e ricami barocchi sulle maniche: ma il bello di Achille Lauro arriva dopo
Con un sorriso consapevole di quello che stava per scatenare, Achille lascia cadere il mantello a terra mostrando a tutti il suo meraviglioso body glitterato che faceva tanto pensare a Edward Cullen di Twilight.
E tutti gli stereotipi di mascolinità tossica e sbagliata sono crollati insieme al suo mantello. E in particolare nel suo genere musicale, che è solito vedere l’uomo drogato di testosterone e la donna come oggetto, non è una cosa poi da niente.
Se siete rimasti scandalizzati dal testo di Junior Cally del 2017, se avete lottato per non vederlo esibire nella serata di oggi (sebbene sia servito a poco), non potete anche giudicare il rapper dal body brillantinato per il suo outfit.
“Gli ambienti trap mi suscitano un certo disagio: l’aria densa di finto testosterone, il linguaggio tribale costruito, anaffettivo nei confronti del femminile e in generale l’immagine di donna come oggetto con cui sono cresciuto.”
Achille Lauro, “Sono io Amleto”
Scrive Lauro nel suo libro, “Sono io Amleto“, e sembra quasi un riferimento alla sua perfomance francescana.
Il denudarsi di Achille Lauro deve essere visto come la scena della denudazione di San Francesco, che rinuncia ai beni materiali per la religione e la solidarietà
Tuttavia, è più di questo. E in un festival in cui tanto, troppo, si è parlato della bellezza della donna, in una società che spesso non rispetta la donna, che la considera come un soprammobile, Achille Lauro si è schierato dalla parte della donna, del “genere più debole“.
“Sono allergico ai modi maschili, ignoranti con cui sono cresciuto. Allora indossare capi di abbigliamento femminili, oltre che il trucco, la confusione di generi è il mio modo di dissentire e ribadire il mio anarchismo, di rifiutare le convenzioni da cui poi si genera discriminazione e violenza.”
Achille Lauro, “Sono io Amleto”
E quindi il rapper arrivato nono nella prima serata di Sanremo dà uno schiaffo morale a chiunque giudichi le persone in base al loro genere. Perché un ragazzo può truccarsi, può indossare una gonna, tutto affinché si senta a suo agio.
E allo stesso tempo può farlo una donna. Insomma, Achille Lauro con un completino in glitter firmato Gucci ha completamente distrutto qualsiasi stereotipo sul genere.
“Sono fatto così mi metto quel che voglio e mi piace: la pelliccia, la pochette, gli occhiali glitterati sono da femmina? Allora sono una femmina. Tutto qui? Io voglio essere mortalmente contagiato dalla femminilità, che per me significa delicatezza, eleganza, candore. Ogni tanto qualcuno mi dice: ma che ti è successo? Io rispondo che sono diventato una signorina”.
Achille Lauro, “Io sono Amleto”
Un giovane di 29 anni voce della generazione di oggi, che urla ai boomer, a chiunque lo giudichi per il suo modo di essere, di fare, che lo chiama drogato perché ha dei tatuaggi o gay perché indossa quel cavolo che gli pare, che se ne frega.
Perché l’importante è stare bene con se stessi, essere felici, essere a proprio agio. Le persone ti giudicheranno sempre, tanto vale farsi giudicare per ciò che si è, senza indossare alcuna maschera.
Tanto di cappello Achille Lauro, sei uno schiaffo in faccia alla generazione che non fa che criticare, che dire “ai miei tempi…”, che considera gli adolescenti, i giovani di oggi, dei nullafacenti.
Sei la testimonianza che il mondo ha anche uomini che ci mettono la faccia (e il body) per schierarsi a favore della parità di genere e contro qualsiasi discriminazione.
Speriamo che la seconda serata di Sanremo ci regali altrettante emozioni.