Coronavirus: Il virus che alla fine di Dicembre 2019, dal mercato della città di Wuhan in Cina, ha iniziato a diffondersi con il nome di Covid-19
Fondamentalmente si tratta di un’influenza ma con complicanze respiratorie che possono condurre alla morte nei casi più gravi. Tuttavia, proprio perchè i sintomi del Coronavirus quali tosse, raffreddore, mal di gola e dolori muscolari sono simili a quelli di una normale influenza, i falsi allarmi che si sono creati stanno portando al panico generale, una vera e propria psicosi collettiva.
Quando si parla di psicosi collettiva o isteria di massa, ci si riferisce al manifestarsi di sintomi che inizialmente colpiscono soltanto un individuo ma che si diffondono poi all’interno di un gruppo sociale coeso. Si tratta di un disturbo somatoforme, ovvero una patologia che sebbene presenti sintomi fisici ha alla base delle cause psichiche di tipo ansioso.
Secondo il dottor Bortholomew, esperto in malattie psicogene di massa si tratta di “disturbo nervoso caratterizzato da un rapido diffondersi di sintomi della malattia all’interno di un gruppo sociale coeso e per il quale non viene riscontrata una causa organica”.
La diffusione dell’isteria di massa, come dichiarato da alcuni psichiatri di Taiwan, dipenderebbe dai neuroni a specchio, che normalmente ci consentono di osservare ed imitare le azioni altrui. Tuttavia, in alcuni individui la componente inibitoria dei neuroni a specchio potrebbe non funzionare correttamente.
Ecco perchè non tutti vengono colpiti dall’isteria di massa. Ma in un’epoca come la nostra dove la mal informazione e le fake news sono all’ordine del giorno, diventa piuttosto difficile contenerla.
Coronavirus e psicosi di massa: Cosa succede?
Tutti coloro che si trovano all’interno delle zone rosse di Codogno e limitrofi o che sono stati a contatto con le persone contagiate, iniziano a manifestare i loro stessi sintomi. Ciò che va ad aggravare il tutto è la diffusione delle informazioni da parte dei media. Basta scorrere la home di Facebook per ritrovare notizie di individui deceduti, casi sospetti e soggetti che sono costretti alla quarantena o che ci si pongono volontariamente per paura.
Sostanzialmente, si tratta di questo: pura e semplice paura. Un emozione che fa parte della natura umana ma che “quando sfugge al controllo della razionalità, travolge l’equilibrio di una persone ed è in grado di generare una sorta di contagio psicologico diventando un’emozione di massa” (Saffiti).
Ed ecco che vengono annullati eventi, concerti, le scuole e i negozi rimangono chiusi. Questo è quello che sta accadendo in questi giorni in Italia. Non soltanto nelle zone dove si è riscontrata con certezza la presenza del virus (Codogno e paesi limitrofi) ma anche in altre regioni dove è iniziata la corsa ai supermercati per fare provviste.
I programmi televisivi vengono registrati senza pubblico, le università annullano esami e rimandano discussioni di tesi. Le farmacie vengono assaltate alla ricerca delle mascherine e l’acquisto dell’amuchina ha superato il limite, tanto che è diventata introvabile e i prezzi sono arrivati anche a quota 100 euro su Amazon. Le strade, soprattutto delle città del Nord dove si sono verificati casi accertati e sospetti, sono deserte.
Questo perchè, la diffusione del Coronavirus avviene tramite via respiratoria. Basta che la persona infetta starnutisca, tossisca, parli o anche solo respiri; nella maggior parte dei casi però si è asintomatici e quindi non si sa chi sono “gli infetti”. Per precauzione, si rimane chiusi in casa. Ma comportandosi in tal modo, non si aumenta semplicemente l’ansia del contagio?
“Il timore del contagio equivale al timore dell’ignoto e può tradursi in fenomeni di puro isterismo spinti dall’esigenza di trovare un colpevole, e in tal modo, porre fine ad un incubo” afferma Zecchi. La conseguenza è tuttavia un alimentarsi del razzismo. Non poche sono state infatti le discriminazioni contro il popolo di Wuhan colpito da Coronavirus
Sul web si continuano a diffondere notizie su quali siano le norme di sicurezza da seguire, su cosa bisogna e non bisogna fare. Ma ci sono comunque i “geni” che scappano dalle zone infette di Codogno, creando ancora di più un allarmismo generale. Se da un lato, sicuramente non bisogna sottovalutare la potenza del Covid-19, dall’altro bisogna considerare che i casi accertati di morte riguardano individui che presentavano già malattie pregresse e che dunque hanno un sistema immunitario vulnerabile.
La psicosi contro le pandemie come il Coronavirus tuttavia, esiste da secoli. Basti pensare alla peste raccontata dal Manzoni o dal Boccaccio. Dovremmo forse tutti chiuderci in un casolare e raccontarci storie aspettando che il virus passi, bloccando la nostra vita quotidiana? O aspettare l’intervento di Tom Chandler della Nathan James?
Quello che si dovrebbe fare piuttosto è promuovere la buona comunicazione, senza sottovalutare la realtà dei fatti. Bisogna essere consapevoli dell’effettivo rischio di contagio, non soltanto per difendersi adeguatamente dal Coronavirus ma anche per non lasciarsi trasportare dalla paura.
Se pensavamo che il peggio che ci potesse capitare fosse soffrire per la morte di Kobe Bryant, non avevamo calcolato che questo 2020 si prospetta molto più cupo. E siamo solo a Febbraio.
Fonti:
https://www.panorama.it/news/salute/la-paura-del-coronavirus-e-quella-dellignoto
https://www.xeniasakoff.com/single-post/2020/02/11/Coronavirus-e-isteria-di-massa