E’ una delle ultime uscite di Netflix, figlia di Stranger Things e di The End of The Fucking World, I Am Not Okay With This è la serie del momento e non ci stupiamo affatto.
Inizialmente, a vedere il titolo e il primo episodio, la serie sembra essere sulla stessa onda di The Edge of Seventeen, disponibile sempre su Netflix, ma andando avanti con l’episodio e con la stagione, ci si ricrede subito.
Prima di esporre la trama e poi passare alla recensione (che sarà #spoilerfree), facciamo un piccolo incipit sulla nuova serie.
I Am Not Okay With This è tratta dalla graphic novel di Charles Forsman e tratta le avventure di Sydney Novak (Sophia Lillis, nota già per il suo ruolo in IT)
Ma la bravissima e giovanissima Sophia Lillis non è sola in scena! E’ infatti accompagnata dal suo collega e amico Wyatt Oleff, anche lui famoso per il suo ruolo in IT.
Alla regia, invece, ritroviamo Jonathan Entwistle, direttore di The End of the Fucking World, che è anche co-creatore insieme a Christy Hall.
E ora passiamo alla trama di I Am Not Okay With This
Abbiamo già accennato come, inizialmente, la trama di I am not okay with this sembrasse il solito teen drama in cui abbiamo una diciassettenne timida e insicura, vittima di bullismo, con il genitore buono morto e quello con cui non va d’accordo in vita.
Ovviamente c’è anche la migliore amica super figa che fa amicizia con i fighi della scuola (chiaramente, gli sportivi) e il fratellino dolce e carino.
Tuttavia, Sydney, è colpa, piena fino alla punta dei capelli, di rabbia repressa, rabbia che, un giorno, la porta a sradicare un cartello stradale e, da quel momento, si rende conto di possedere dei poteri soprannaturali.
Quindi, con l’aiuto dello strambo Stan, cercherà di approfondire meglio le conoscenze su queste capacità e soprattutto capire come controllarli al meglio.
E ora, vediamo quali sono i punti di forza…
Prima di tutto, iniziamo dalla durata degli episodi, che va dai 19 ai 28 minuti rendendola molto più piacevole da guardare, sia per chi vuole godersi un episodio a serata che per chi vuole mangiarsi tutta la stagione in una serata.
Le scene non sono mai noiose, i dialoghi intrigano lo spettatore, la fotografia e la colonna sonora sono dei plus da non sottovalutare, come anche il fatto che ogni episodio, negli ultimi minuti, contenga un piccolo indizio verso il finale (dove vedremo anche un omaggio, a quanto pare involontario, a Stephen King e la sua Carrie).
Altro punto a favore è la narrazione, che è raccontata dalla protagonista al suo diario, quindi ascoltiamo i suoi pensieri e le sue considerazioni oltre che semplicemente a vedere gli avvenimenti.
Infine, non si può non citare anche l’ottima recitazione del cast, in particolare dei due protagonisti che, seppur giovanissimi (Sophia è nata nel 2002, mentre Wyatt nel 2003), dimostrano di meritarsi tutto il successo che hanno avuto.
…e anche i punti a sfavore di I’m not okay with this
Un punto negativo è che, come anche con The Witcher, la prima stagione è stata quasi una sorta di anticipazione, un prologo per spiegare gli avvenimenti futuri.
Tuttavia, mentre in The Witcher era necessario ed è anche stato sfruttato bene, in I’m not okay with this si è trattato davvero poco dei poteri e del passato della ragazza, a cui si accenna solo verso la fine della stagione.
Quindi, l’unico punto a sfavore di questa nuovissima serie targata Netflix, è che magari sarebbe stato più piacevole sapere qualcosa in più senza lasciarci tutti con l’acquolina in bocca.
Quindi, se non avete visto I’m not okay with this, è sicuramente una serie tv consigliabile se cercare una visione leggera ma comunque non stupida, che vi intrattenga senza annoiarvi.